
Oggi per la rubrica nella quale vi propongo uomini e donne illustri che con il loro “fare”, non per forza artistico, hanno segnato la storia dell’arte, voglio parlarvi di una famiglia molto importante: gli Albani.
Molto probabilmente è un nome che non vi suonerà del tutto nuovo. Questo perché è il nome di una famiglia di collezionisti che hanno veramente plasmato le sorti della storia dell’arte, contribuendo a creare grandi raccolte e commissionando importanti opere d’arte.
La famiglia Albani è originaria dell’Albania e si stabilì a Roma solo nel XVI secolo. Conta tra i suoi membri appassionati e collezionisti d’arte, come i cardinali Alessandro (1692-1779) e Annibale (1682-1751), nipoti di papa Clemente XI, e Gian Francesco (1720-1803), nipote di Alessandro.
Giovanni Francesco Albani è senz’altro il personaggio della famiglia che raggiunse il più alto livello di potere, diventando papa nel 1649 con il nome di Clemente XI. Nacque il 22 o il 23 luglio 1649 ad Urbino da Carlo e da Elena Mosca, nobildonna pesarese.
Clemente XI fu un mecenate delle arti e della scienza. Fu anche un grande benefattore della Biblioteca Vaticana. E il suo interesse per l’archeologia portò al salvataggio di gran parte dell’antichità di Roma, autorizzando anche scavi nelle catacombe.

Durante il suo regno come papa, commissionò il famoso Illirico Sacrum, lavoro storico di più volumi scritto in latino che racchiude la storia della Chiesa cattolica nei Balcani. Il lavoro è stato pubblicato in otto volumi, nel periodo che va dal 1751 al 1819.
Clemente XI fece uno sforzo anche per acquisire manoscritti cristiani dall’Egitto e da altri luoghi del Medio Oriente, ampliando notevolmente la Biblioteca Apostolica Vaticana. Fu inoltre fondamentale il suo contributo nella decisione di consentire la presenza dei gatti nelle case cristiane dopo il loro passato di simboli pagani.

Il più celebre della famiglia è però Alessandro, cardinale di Innocenzo XIII dal 1721, grande collezionista di antichità e protettore di Winckelmann. Noto per il suo amore per l’arte ed il suo ruolo di mecenate e promotore della nascente arte neoclassica. Alessandro si fece costruire tra il 1746 e il 1763, dall’architetto Carlo Marchionni, una villa sulla via Salaria a Roma (oggi, dal 1866, villa Torlonia). Con lo scopo di ospitarvi le sue ricche collezioni d’arte antica e moderna, formate con la guida del Winckelmann. Decorata da Anton Raphael Mengs, costituisce l’esempio tipico della villa-museo.
Nell’affresco del Parnaso di villa Torlonia realizzato da Mengs, il cardinale è raffigurato come Apollo, in quanto protettore delle arti. L’artista creò una composizione quasi priva di profondità e movimento. Un’opera composta e semplificata, che cita elementi presi dalla statuaria antica, dagli affreschi di Ercolano e dai dipinti di Raffaello. Nella disposizione dei personaggi e nell’impostazione formale dell’affresco, si trovano riferimenti ad un altro Parnaso, quello che Raffaello realizzò nella Stanza della Segnatura in Vaticano. Due danzatrici costituiscono l’unico elemento dinamico. Elemento probabilmente ispirato dalle scoperte archeologiche dell’epoca, tra cui gli affreschi ritrovati nella cosiddetta villa di Cicerone a Pompei.

Il cardinale Albani era proprietario anche di un’altra villa ad Azio circondata da un grande parco, ad Anzio. La villa però era abitabile solo poche settimane all’anno, in primavera, per la presenza della malaria, favorita dal clima malsano. Nel corso del tempo vennero realizzati diversi scavi nel parco che riportarono alla luce molte sculture di epoca romana a conferma dell’interesse collezionistico del cardinale Albani nei confronti della cultura antiquaria.
Il cardinale possedeva anche una raccolta di disegni e di stampe in gran parte proveniente dai gabinetti di Cassiano dal Pozzo e di Carlo Maratta.
La vendette nel 1762 al re d’Inghilterra Giorgio III, con la mediazione di James Adam: i preziosi disegni francesi e italiani del XVII secolo che essa conteneva sono oggi conservati nelle collezioni reali al castello di Windsor. Annibale Albani, fratello maggiore di Alessandro, fu anch’esso cardinale. Come patrono della letteratura ecclesiastica, ha lasciato una preziosa biblioteca, una galleria di dipinti e sculture e un armadietto di monete che oggi fa parte della collezione vaticana.
Gian Francesco Albani, nipote di Alessandro e Annibale, divenne anch’esso cardinale e come gli altri si occupò d’arte e di cultura.
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La famiglia Albani oggi
Oggi la famiglia Albani è ancora attiva nella divulgazione culturale. Il progetto Archivio Albani, realizzato dalla Biblioteca Oliveriana di Pesaro in accordo con la famiglia Albani ed in particolare con il conte Clemente Calstelbarco Albani proprietario e custode dei documenti, si propone di inventariare, digitalizzare e diffondere il prezioso fondo di papa Clemente XI. Fondo conservato presso la Villa Imperiale di Pesaro.
L’archivio è costituito da decine di migliaia di documenti, in gran parte inediti, relativi, oltre che allo stesso Giovanni Francesco, a diversi personaggi della famiglia Albani vissuti tra il XVI e il XVIII secolo.
L’archivio digitale, interamente disponibile in rete, permette la consultazione dell’inventario, ricostruito nel rispetto dell’ordinamento preesistente, e la lettura integrale dei documenti.
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C.C.
Fonti: www.archivioalbani.it