Dosso Dossi, La maga Circe o Melissa

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La maga Circe o Melissa
Dosso Dossi, La maga Circe o Melissa

Giovanni di Niccolò Luteri, conosciuto come Dosso Dossi, fu il principale artista attivo nel primo Cinquecento alla corte degli Estensi, a Ferrara, città del nord-est d’Italia. Si fece interprete delle evocazioni fantastiche e suggestive del coetaneo Ludovico Ariosto, poeta e commediografo, autore dell’Orlando Furioso.
Questo dipinto fa parte delle opere inviate da Ferrara al cardinale collezionista Scipione Borghese, ideatore della Galleria Borghese.
Protagonista dell’opera è una figura femminile con un turbante sul capo, vestita di un abito riccamente decorato e con una fiaccola nella mano sinistra e una tavoletta con caratteri cabalistici in quella destra. La donna è stata interpretata come la maga Circe di Omero, o come Melissa, benefica incantatrice cantata dall’Ariosto nell’Orlando Furioso.

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La descrizione dell’opera

La maga è immersa in un rigoglioso paesaggio con elementi architettonici di una città, seduta all’interno di un cerchio magico, tracciato durante l’incantesimo a cui sta lavorando. Alla sua destra vedete una lucente corazza, un cane e alcuni volatili, animali che spesso accompagnano le maghe e le incantatrici. Appesi a un albero, in alto a sinistra, notiamo un gruppetto di guerrieri ridotti a pupazzi e che forse sono il simbolo di anime imprigionate. Infine, sullo sfondo, l’artista ha realizzato alcuni giovani che sono un richiamo al gruppo presente nel Concerto campestre di Giorgione o Tiziano. Tutto il paesaggio è un chiaro riferimento all’indimenticabile lezione di Giorgione, presso il quale Dosso Dossi trascorse una fase decisiva della sua formazione.

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L’ultimo restauro, oltre a evidenziare i raffinati colori della tela, ha evidenziato diversi pentimenti dell’artista. Nella parte sinistra del dipinto, al posto del cane e dell’armatura, c’era una figura maschile in piedi, a cui la maga volgeva lo sguardo.
Dosso Dossi con quest’opera dà prova della sua grande versatilità stilistica, curando vari effetti di consistenza dei materiali. Dalla resa della brillante corazza, alla precisione nei dettagli del ricchissimo broccato della vesta della Maga.

Dettagli, sfumature e simboli

L’artista in questo dipinto riesce a coniugare i colori e le atmosfere luminose tipiche dell’arte veneta, con la continua ricerca di spunti esoterici e letterari che i pittori della scuola ferrarese erano soliti usare nelle proprie opere.
Vi invito quindi a cogliere tutti i dettagli, i colori, le sfumature e i simboli che ci trasportano in un mondo di maghi e cavalieri.

C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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