Compianto su Cristo morto, Pieter Paul Rubens

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Compianto su Cristo morto
Pieter Paul Rubens, Compianto su Cristo morto

Il dipinto è opera di Pieter Paul Rubens, pittore fiammingo nato nel 1577 e considerato tra i più importanti artisti barocchi europei. L’opera fu realizzata dall’artista nel corso del suo primo soggiorno a Roma dove gli furono commissionate tre opere per la cappella di Sant’Elena nella chiesa di Santa Croce in Gerusalemme e una pala per la chiesa di Santa Maria in Vallicella. Rubens per realizzare questa tela si ispirò alla Deposizione dipinta da Tiziano, all’epoca conservata nel monastero dell’Escorial in Spagna, dove Rubens ebbe modo di disegnarne uno schizzo a matita nel suo taccuino d’appunti durante una missione per conto di Vincenzo Gonzaga.

Non conosciamo la provenienza del dipinto e nemmeno i committenti, sappiamo solo che entrò a far parte della Galleria Borghese a partire dal 1833. Il tema della tela è il compianto su Cristo morto che segna la fine della passione di Gesù, dopo la sua morte. È un episodio che nel corso della storia dell’arte conobbe molta fortuna, forse per il pathos e i forti sentimenti che ispirarono gli artisti. Al centro della scena domina la figura di Cristo, adagiato su di un sarcofago antico con bassorilievi. Su uno dei due lati corti, e su parte di quello lungo, sono visibili un genio funerario piangente su un altare e un particolare di scena sacrificale. La corona di spine appoggiata al sarcofago e i chiodi alludono anch’essi al martirio del figlio di Dio.

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Il corpo di Cristo è sostenuto dalla Madonna che alza gli occhi al cielo ed è affiancata da altri personaggi. Partendo da sinistra abbiamo San Giuseppe d’Arimatea, San Giovanni Evangelista con il mantello rosso, una pia donna di cui vediamo solo la testa e Maria Maddalena. È lei la bella giovane con un seno scoperto che tiene la mano di Cristo mentre si asciuga una lacrima dal viso. Un fascio di luce divina si fa strada attraverso il cielo plumbeo.

Una curiosità: nel corso del tempo l’opera è stata ingrandita ai lati, forse per adattarla meglio a una cornice di dimensioni maggiori e lo vediamo bene in alto e nei due lati lunghi dove i colori del dipinto cambiano notevolmente. L’ultimo restauro ha recuperato i colori originali mettendo in risalto la straordinaria capacità di Rubens nel cogliere le diverse consistenze e qualità materiche.

Continua l’esplorazione!

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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