Jeanne Hebuterne, la musa di Modì

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Jeanne Hebuterne

Oggi riprendo la rubrica “le muse e gli artisti” per raccontarvi una delle storie più toccanti nella storia dell’arte. È una storia cupa, senza possibilità di un lieto fine quella che unì Amedeo e Jeanne in una spirale discendente.
Soprannominata “Noix de coco” a causa della sua pelle bianca come il latte e dei suoi capelli castani con riflessi rossi, Jeanne Hebuterne è meglio conosciuta oggi per il suo profondo rapporto con Amedeo Modigliani. Le origini della famiglia Hébuterne risalgono al piccolo villaggio francese di Varreddes (a nord della Seine-et-Marne ), da cui proviene il nonno paterno di Jeanne. Il padre, Achille Casimir Hébuterne, si guadagnò da vivere come contabile ai grandi magazzini “Bon Marché” e fu grande conoscitore e appassionato di letteratura. La madre Eudossia Anaïs Tellier era casalinga: da cattolica osservante impose ai figli la sua via spirituale. Insomma una normalissima famiglia medio-borghese.

Nel 1917 Jeanne Hebuterne si iscrisse al corso di pittura presso l’ Académie Colarossi a Parigi, al 10 di rue de la Grande Chaumière a Notre-Dame-des-Champs nel quartiere di Montparnasse che in quegli anni si confermò al posto di Montmartre come la mecca degli artisti “bohemien”. Suo fratello André Hébuterne, egli stesso pittore di paesaggi, rendendosi conto della bravura della sorella, la introdusse in questo ambiente.

L’incontro tra Amedeo e Jeanne

Alcuni ritengono che furono il pittore giapponese Léonard Foujita e lo scultore russo Chana Orloff a presentare a Jeanne Amedeo Modigliani nel marzo 1917 a La Rotonde, un locale di Parigi all’angolo tra Boulevard Montparnasse e Boulevard Raspail, punto di ritrovo di molti artisti. Secondo altri testimoni, fu durante un ballo in maschera che Modigliani, vestito da Pierrot, avrebbe avvicinato Jeanne per la prima volta. Comunque sia andata da questo momento la vita dei due non sarà più la stessa. Lei aveva diciannove anni, lui trentatré ed era appena uscito da una difficile relazione con Beatrice Hastings.

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Jeanne Hebuterne ebbe sicuramente un gran talento come pittrice, ma fu sopratutto la sua fulgida bellezza che la contraddistinse. C’è chi la descrisse “come un’Ofelia preraffaellita, con grandi occhi malinconici racchiusi in un volto enigmatico e sensuale”. Le fotografie del tempo ci mostrano una giovane dal naso lungo e rettilineo e dalle labbra carnose. Secondo Chana Orloff, i suoi occhi erano di un verde pallido, anche se Modigliani li ha sempre dipinti in azzurro. In ogni caso, il suo sguardo affascinava, attraeva e seduceva. Quindi l’incontro fatale tra Amedeo e Jeanne fu una scintilla d’amore tra due irresistibili seduttori.

Un legame contro ogni approvazione

E fu così che una ragazza francese di buona famiglia visse una passione tumultuosa con un pittore italiano, molto più vecchio di lei e la cui salute era già molto compromessa all’epoca del loro incontro. I genitori di Jeanne, come potete ben immaginare, non videro di buon occhio questo legame. Inoltre erano devoti cattolici, mentre Modigliani era ebreo, in un momento in cui l’antisemitismo rimaneva un fattore discriminante all’ordine del giorno. A chiudere quadretto si aggiungeva la fama del pittore, conosciuto come un tossicodipendente e un alcolista. Ma Jeanne amava troppo Amedeo e così ruppe con la sua famiglia.

Jeanne Hebuterne
Amedeo Modigliani, ritratto di Jeanne

Si stabilì con Modigliani al numero 8 di rue de la Grande Chaumière, vicino all’Académie Colarossi, in un appartamento messo a disposizione da Léopold Zborowski, mercante di riferimento per Modigliani in quel periodo. Tuttavia, convinto del talento di Modigliani, Zborowski mandò la coppia nel sud della Francia, a Nizza, per permettere una ripresa alla salute cagionevole del pittore affetto da tisi. Qui il 29 novembre 1918, Jeanne diede alla luce una bambina, a cui darà il suo nome e che diventerà da grande la principale biografa del padre.

Amedeo folle di gioia, festeggiò così a lungo da trovare gli uffici dell’anagrafe chiusi, non riuscendo a registrare la figlia. Non ci tornerà più e così la piccola Jeanne fu riconosciuta solamente dalla madre, e prenderà il cognome Modigliani solo perché alla morte dei genitori sarà adottata dalla sorella del pittore. Nell’autunno del 1919, la coppia tornò a Parigi, Jeanne cessò gradualmente ogni attività artistica dopo essersi dedicata alla fotografia e alla creazione di gioielli e vestiti. Di nuovo incinta, divenne la modella preferita del pittore e sua musa, sacrificando per lui il suo talento e la sua possibile carriera.

Jeanne Hebuterne
Jeanne Modigliani, la figlia del pittore e della sua musa

Il tragico epilogo

Ma le condizioni di salute di Modigliani peggiorarono, affetto da pleurite fin dall’infanzia, e da meningite tubercolare, abusò per troppo tempo di droghe e alcol. Morì a 35 anni, la sera del 24 gennaio, 1920. I genitori di Jeanne la accolsero nuovamente a casa, con la sua bambina di nemmeno due anni e in procinto di dare alla luce un secondo figlio. Ma la sua famiglia non poté evidentemente colmare il vuoto che si era creato nella vita della giovane musa. Due giorni dopo infatti, verso le quattro del mattino, sfuggendo alla vigilanza del fratello, Jeanne si buttò dalla finestra del quinto piano della casa dei suoi genitori al numero 8 bis di rue Amyot, nel quinto distretto di Parigi.

Chantal Quenneville, che era compagna di Jeanne all’Académie Colarossi, riferì sul tragico evento quanto segue: “Il corpo spezzato è stato raccolto nel cortile da un operaio che si era trasferito al pianerottolo del quinto piano, per non turbare la famiglia di Jeanne. È stato poi trasportato dallo stesso operaio su una carriola in Rue de la Grande Chaumière, a casa Modigliani, ma dato che arrivato là gli è stato impedito di entrare, si è recato al commissariato di polizia per raccontare tutto. La salma è stata quindi ricondotta a casa e abbandonata tutta la mattina.”

Il 27 gennaio Amedeo Modigliani fu sepolto nel cimitero di Pere Lachaise, accompagnato dagli artisti di Montmartre e Montparnasse. Jeanne fu sepolta il giorno dopo all’alba e furtivamente per evitare ulteriori “scandali”, al cimitero di Bagneux. Il padre della Hébuterne infatti si rifiutò di far seppellire la figlia al fianco del pittore che per lui era stato la causa scatenante di tutta la tragedia. Fu solo nel 1930 che la famiglia Hébuterne concesse che le spoglie di Jeanne venissero messe a riposare accanto a quelle di Modigliani.
Musa e pittore ora sono uniti per l’eternità.

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

2 Commenti

  1. Complimenti, esposizione chiara, semplice, eppure sufficientemente esaustiva. A mio avviso hai toccato anche quell'aspetto psicologico che non si può discriminare dalla visione di un artista!

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