Accademie e corporazioni. Gli esempi più celebri nel mondo

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Accademie e corporazioni
Accademia di San Luca a Roma

In un post precedente (QUI) abbiamo scoperto la storia delle corporazioni di artisti e delle accademie, luoghi di promozione e insegnamento della storia dell’arte. Vediamo ora quindi una rapida carrellata delle prime corporazioni e accademie che videro la luce, come si trasformarono nel tempo, arrivando in alcuni casi fino ai giorni nostri.

  • Accademia di San Luca a Roma

L’istituzione raccoglieva fin dal 1478 i pittori romani in una corporazione, le cui riunioni avvenivano nella chiesa di San Luca sull’Esquilino, non lontano da Santa Maria Maggiore. La vera costituzione dell’accademia risale però al 1577, data in cui il pittore Girolamo Muziano ottenne da papa Gregorio XIII un testo che regolamentava la professione dell’artista. Nel 1593 il pittore Federico Zuccari, che prese il posto di Muziano, divenne il primo di una serie di principi dell’accademia, sia italiani che stranieri.

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Per due secoli questa istituzione svolse un ruolo fondamentale nella formazione e nella consacrazione dei pittori italiani o stranieri e servì di modello a tutte le accademie create in Europa nel XVII e nel XVIII secolo. L’antica sede dell’accademia in via Bonella venne distrutta nel 1934 e oggi è ospitata a palazzo Carpegna in via della Stamperia dove è esposta una ricca raccolta di tele e sculture. La sua attività viene tutt’oggi portata avanti dai più illustri artisti e critici d’arte contemporanei.

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  • Accademia di Bologna

Non si conosce l’anno in cui Ludovico, Agostino e Annibale Carracci fondarono l’accademia denominata prima dei Desiderosi e più tardi degli Incamminati. Si trattava di una scuola istituita nella bottega dei Carracci all’incirca nel 1585-86. Aveva caratteristiche diverse sia rispetto alle altre scuole locali, dove l’insegnamento era limitato ai rudimenti del mestiere, che alle accademie del tempo, nate dalla volontà di un principe o di un gruppo di artisti.

I Carracci infatti concepivano l’insegnamento in senso ampio e in piena libertà d’azione, con spirito innovatore anche nel rapporto con gli scolari, trattati come veri discepoli o eredi spirituali. L’accademia costituiva un centro di vita culturale aperto e vivace, con il concorso dei giovani più svegli della città e con interventi di uomini di lettere e di scienze. Vi si tenevano letture, discussioni, gare in un’atmosfera familiare e cordiale. Il principio artistico fondamentale su cui poggiava l’insegnamento era il ritorno alla natura come esperienza prima da cui muovere per ogni rappresentazione, anche idealizzante.

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L’interno dell’attuale Accademia di Bologna

Modelli ideali erano Tiziano, Veronese, Correggio, ma non per imitarne le maniere, bensì per tentare di ripetere il processo creativo per il quale quei grandi maestri erano giunti a idealizzazioni partendo da un’esperienza naturalistica. Le possibilità che offriva questo modo di vedere l’insegnamento dell’arte erano moltissime e infatti dall’accademia bolognese uscirono pittori diversi tra loro come Reni, Domenichino e Guercino. Ognuno venne lasciato libero d’interpretare il naturale secondo la propria inclinazione, senza pregiudizi. Si facevano schizzi dal vero e studi di nudi in posa, paesaggi e scene di strada, ritratti e caricature, si attingeva dal repertorio figurativo tradizionale e si inventavano nuovi temi. Ma, scomparsi i Carracci, verso la fine del secondo decennio del Seicento, l’accademia chiuse i battenti.

  • Académie royale de peinture et de sculpture

L’accademia reale di Parigi, istituita il 10 febbraio 1648, derivava dai progetti che lo scultore Sarrazin, i pittori Van Egmont e Le Brun, nonché Charmois, loro portavoce presso Mazzarino, elaborarono per difendere gli interessi professionali dei pittori. Protetta da Mazzarino e diretta da Le Brun, venne costituita durante il XVII secolo da dodici “anziani”, che impartirono un insegnamento fondato sul disegno dal vero. Vi erano ammessi, sin dall’inizio, quattro membri della corporazione, finché, nel 1654, non si instaurò un vero e proprio monopolio accademico. A partire dal 1663 essa rafforzò la propria istituzionalità: le vennero assegnate sovvenzioni e gli artisti del re, la cui produzione dovrà alimentare le Maisons royales, furono costretti ad aderirvi. Dal 1667 si tennero le prime esposizioni pubbliche delle opere presentate dai concorrenti al petit prix e al grand prix, nonché dei lavori eseguiti dai membri dell’accademia.

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L’attuale Académie des beaux-arts de France

Durante il XVII secolo occupò varie sedi: nello studio di Charmois, nell’Hôtel de Clisson, nell’alloggio delle gallerie del Louvre ceduto da Sarrazin; poi le vennero assegnati ambienti in Palais Royal; infine, nella parte antica del Louvre. Agli inizi del XVIII l’accademia cominciò ad ammettere un numero maggiore di pittori stranieri e vivacizzò la vita artistica mediante salons organizzati al Louvre a partire dal 1737. Base della didattica rimase il disegno dal vero e in generale il disegno. Come accadde per la maggior parte delle accademie europee, la reazione neoclassica le conferì nuovo slancio; poi David ne chiese la soppressione in nome di un’accademia libera e universale, e la Convenzione la sciolse nel 1792. Venne ricostituita con nuovi statuti nel 1795, assumendo il nome di Académie des beaux-arts de France.

  • Académie de France à Rome

Filiale romana dell’Académie royale de peinture et de sculpture, venne istituita l’11 febbraio 1666, su progetto di Le Brun. Poussin rifiutò di esserne il rettore, e la carica venne conferita a Charles Errard. L’accesso era riservato agli allievi dell’Académie royale, ma era pure concesso ad alcuni “protetti”. Il concorso del Prix de Rome selezionava ogni anno due pittori che, per tre anni e quattro mesi, ne divenivano pensionati. Questi pochi borsisti dovevano “formarvisi al buon gusto e alla maniera degli antichi”, producendo copie dei capolavori dell’antichità e del Rinascimento. L’istituzione era strettamente legata alla romana Accademia di San Luca. La didattica s’imperniava allora sul disegno dal vero e sull’anatomia.

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L’Académie de France à Rome

L’accademia subì un breve declino alla fine del XVIII secolo. Nel 1792 la Convenzione decretò la soppressione della carica di direttore, tuttavia l’istituzione sopravvisse e gli artisti continuarono a concorrere per il Prix de Rome. A partire dal 1795, posta sotto l’egida dell’Institut, l’Ecole nationale des arts doveva essere diretta per sei anni da un pittore nominato dal Direttorio; i pensionanti venivano designati dall’Institut per cinque anni. Col nome di Ecole des beauxarts à Rome, ebbe come nuova sede villa Medici. Durante tutto l’Ottocento, il successo nel Prix de Rome venne considerato dai pittori il coronamento dei propri studi. Dal 1970 l’Académie de France è soggetta a un nuovo regolamento, ma continua la sua attività d’insegnamento, promozione e appoggio di artisti emergenti.

  • Accademie private a Parigi, XIX e XX secolo

Nella seconda metà del XIX secolo la formazione di un’arte indipendente comportò la fondazione a Parigi di numerose accademie private. Alcune erano libere, e consentivano agli artisti di eseguire schizzi di nudo per una sola giornata; altre erano costituite da parecchi studi, dove alcuni professori correggevano gli allievi sia nel disegno, sia nella pittura. Per la maggior parte gli artisti frequentavano contemporaneamente più accademie.

Vi trovavano studi ben illuminati, modelli e il consiglio di docenti di fama internazionale, ma non solo: contrapponendosi a una didattica ufficiale, vi trovavano soprattutto una libertà sufficiente a soddisfare la loro ricerca di valori ideologici e di nuovi modi espressivi.
Una delle più antiche fu l’Académie Suisse, aperta verso la metà del secolo da un modello di nome Suisse. Qui ci si esercitava allo schizzo senza correzioni. La frequentarono Delacroix e Courbet, e anche Manet. Nel 1857 Monet vi incontrò Pissarro, prima di entrare nello studio di Gleyre; Cézanne, che si preparava all’ammissione all’Ecole des beaux-arts, vi conobbe nel 1861 Pissarro e Guillaumin.

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Studenti all’Accademia Julian

Nel 1868 Rodolphe Julian fondò la prima accademia a margine dell’Ecole des beaux-arts preparando gli allievi al concorso di Roma. Nei suoi studi gli allievi lavoravano liberamente sotto la guida di maestri dell’epoca, alcuni dei quali di fama, come Bouguereau. Qui si formò nel 1888, su iniziativa di Sérusier, il gruppo dei Nabis. Nel 1904 l’accademia aveva tra gli allievi Derain e Léger. Era dotata di parecchi studi: quelli del passage des Panoramas, quelli della rue du Dragon dove si stabilì nel 1890, quelli del n. 51 in rue Vivienne, riservati agli studi per le donne, e della rue de Berri, dove tuttora esiste. Nel 1902 vennero istituiti corsi serali: l’insegnamento era vario e comprendeva corsi di illustrazione, di arti grafiche, di composizione e nel 1906 venne creato un corso per bambini. Numerosi Prix de Rome uscirono dall’Académie Julian.

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Accademia Vitti

Alla fine dell’Ottocento erano attive anche altre accademie. Per esempio Gauguin lavorava nello studio libero, detto accademia, che il modello italiano Colarossi aveva aperto e per qualche tempo insegnò nell’Académie Vitti prima di tornare a Pont-Aven nel 1887. Quella aperta nel 1896 da Carrière orientava gli artisti verso uno studio sensibile della natura, nello stesso tempo intellettuale e figurativo: Carrière tollerava le libertà coloristiche di allievi come Matisse, Derain e Puy, che s’incontrarono nel suo studio nel 1899.
L’Académie de la Grande-Chaumière fu, dalla fondazione nel 1902, un centro dell’arte indipendente. Situata al n. 14 dell’omonima strada, era rinomata per la buona illuminazione degli studi, la grande varietà dei modelli e l’attività culturale che offriva agli artisti.

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Accademia de la Grande-Chaumière

Nell’Académie Frochot, posta nello studio di Toulouse-Lautrec, tennero corsi Gleizes e Metzinger. Guérin, assistito da Dunoyer de Segonzac, ebbe numerosi allievi all’Académie de la Palette, nonché all’Académie moderne a Montparnasse, dove insegnarono Friesz, Lhote e Léger. Nelle due sedi dell’Académie Lhote, fondata negli anni ’20, venivano impartiti corsi di ritratto, incisione, schizzo e composizione. Le numerose accademie private, nonché i molti studi di artisti, fecero di Parigi, e del quartiere di Montparnasse in particolare, un centro artistico vivace, che esercitò un’influenza sugli artisti stranieri di passaggio a Parigi. Sotto questo aspetto le accademie di Julian e Lhote svolsero un notevole ruolo. Anche in altri paesi vennero create alcune accademie indipendenti ad immagine di quelle parigine: quelle dello scandinavo Josephson e dell’inglese Hansen.

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Accademia Lhote

Le accademie private oggi funzionanti a Parigi derivano spesso da fondazioni dell’inizio del secolo. Per la maggior parte sono divenute istituti che preparano all’ammissione nelle grandi scuole e centri culturali dove s’insegnano, oltre alla pittura e al disegno, varie discipline come le arti grafiche pubblicitarie, l’arredamento e la fotografia. Alcune esistono ancora, per esempio l’Académie Frochot. Altre si sono fuse: l’Académie Goetz venne assorbita nell’Académie Lhote, l’Académie de la Grande-Chaumière ha assimilato l’antico studio Colarossi e l’Académie Charpentier. Infine, il Centro culturale di arti figurative di rue du Dragon deriva dall’associazione tra la scuola di Met de Peningen e l’Académie Julian.

  • Saint Martin’s Lane e Royal Academy of Arts

In Gran Bretagna, durante la maggior parte del XVIII secolo le scuole e le accademie di belle arti dipendevano dalla privata iniziativa degli artisti e dei loro protettori. Vennero create numerose scuole e accademie, ma poche durarono a lungo o acquistarono vera importanza. La più fiorente fu l’accademia di Saint Martin’s Lane, fondata nel 1720 da Louis Chéron e Vanderbak, cui Hogarth diede nuovo impulso nel 1734. Nel 1750 serviva ancora come luogo di lavoro e d’incontro per artisti che cercavano modelli dal vero; lo stesso Reynolds vi disegnò dal 1755 in poi. Prima del 1750 poche furono a Londra le mostre d’arte contemporanea. Nel 1761 ebbe luogo la prima esposizione pubblica organizzata dall’accademia di Saint Martin’s Lane, presso la Società per l’incoraggiamento delle arti, dell’industria e del commercio.

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Royal Academy di Londra

Numerose petizioni però richiedevano la creazione di un’accademia reale e nel 1765, una patente reale venne accordata alla Società degli artisti, che confluì il 10 dicembre 1768 nella Royal Academy appena fondata. Fin dagli inizi la Royal Academy si specializzò nell’organizzazione di mostre annuali e il numero delle opere presentate continuò a crescere durante il primo trentennio. L’importanza delle esposizioni dipendeva da fattori economici, sempre impliciti nella gestione di un’accademia autonoma e privata. Era finanziariamente alimentata dal denaro proveniente dalle mostre, poiché, malgrado la fondazione reale che le procurava rispettabilità e rango sociale, fu sin dall’inizio un’associazione privata: statuto che conserva ancora oggi.

Il carattere indipendente e privato della Royal Academy l’ha man mano trasformata, senza che essa abbia perduto il suo aspetto sociale, in un’istituzione conservatrice, distaccata dalle correnti artistiche dominanti. Dal 1869 ha la sua sede nella Burlington House, vasto edificio settecentesco ampliato nell’Ottocento. Conserva numerosi cimeli dei suoi membri principali e di opere di alcuni di loro e organizza ogni anno, oltre alle tradizionali mostre degli accademici, prestigiose esposizioni d’arte antica.

  • Cina

Gli Han disponevano di un Ufficio della Porta Gialla, creato nel II secolo a. C. e raggruppante, per botteghe, tutti gli artigiani, tra i quali i pittori. La situazione subordinata di questi ultimi senza dubbio durò molto a lungo, poiché si deve attendere l’VIII secolo della nostra era prima che essi sembrino godere di uno status sociale privilegiato. In quest’epoca infatti l’imperatore Hiuan-tsong dei Tang li fece entrare accanto ai migliori prosatori e poeti del tempo nella sua celebre accademia letteraria della Foresta dei pennelli.

Nel X secolo i dinasti locali di Tch’eng-tou e di Nanchino istituirono le prime accademie note di pittura, raggruppando i pittori investiti di incarichi ufficiali o impegnati nella sorveglianza delle collezioni di palazzo. I primi sovrani Song ne seguirono l’esempio e raccolsero a K’ai-fong, loro capitale, i talenti dispersi in tutta la Cina; fu però Houei-tsong, ultimo imperatore dei Song del Nord, a organizzare all’inizio del XII secolo la prima accademia imperiale di pittura.

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China Central Academy of Fine Arts

Gli accademici pittori vi si trovavano su un piano di uguaglianza con i loro colleghi letterati dell’accademia Han-lin. I membri più importanti erano investiti di cariche ufficiali a corte. L’accademia divenne pure un collegio d’insegnamento artistico, organizzato sul modello delle accademie letterarie. Maestri e allievi rivaleggiavano nell’illustrazione di temi indicati dallo stesso imperatore, che designava come vincitore colui che avesse dato prova della massima ingegnosità intellettuale. Gli imperatori Song, letterati e conoscitori raffinati, sempre mecenati e talvolta essi stessi pittori, svolsero un ruolo notevole nella pittura del loro tempo.

Dopo un’eclissi sotto gli Yuan, l’accademia di pittura venne restaurata dai Ming, ma lo spirito autoritario degli imperatori, fu causa di una rapida decadenza. Benché carichi di onori, i pittori di corte rimasero assoggettati al gusto formalistico e puntiglioso dei loro signori. Questo al punto che alcuni di loro si videro esiliati per aver commesso falli di etichetta. Si deve giungere all’epoca contemporanea e alla rivoluzione perché sia creata a Pechino nel 1920 un’accademia di belle arti che insegna le tecniche tradizionali e quelle occidentali e che tuttora esiste.

  • Giappone

L’Ufficio della pittura della corte di Heian, creato prima dell’886, segna l’inizio dell’avanzamento sociale dei pittori giapponesi. Nel precedente Ufficio della pittura dell’epoca Nara, essi avevano ancora rango di artigiani organizzati in botteghe. Uno dei membri del nuovo Ufficio doveva essere il fondatore della prima scuola conosciuta in Giappone, la scuola Kose, che lo diresse fino all’XI secolo. Qualche personalità emerge qua e là, ma quest’Ufficio resta un laboratorio di corte dove si trasmettono le ricette della pittura profana ufficiale. Il periodo di riforme dell’epoca Meiji vedrà, dopo la creazione nel 1888 di un’accademia privata di belle arti per iniziativa del critico d’arte Okakura Kakuzÿ, la fondazione nel 1919 dell’Accademia imperiale di belle arti, che impartisce tuttora l’insegnamento delle tecniche occidentali e che ha svolto un notevole ruolo nell’educazione di numerosi pittori contemporanei, sia giapponesi sia cinesi o coreani.

Continua l’esplorazione

Accademie, luoghi di promozione e insegnamento dell’arte

C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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