
Icona del romanticismo, Caspar David Friedrich nacque nel 1774 a Greifswald, in Pomerania, città tedesca di 5.000 abitanti sulle rive del mar Baltico, annessa alla Prussia nel 1815. Caspar fu il sesto dei dieci figli di Gottlieb Adolf, fabbricante di sapone e di candele, e di Sophie Dorothea Bechly. Dura e triste fu la sua vita, orfano di madre a sette anni, gli morì la prima sorella, Barbara, quando questa aveva appena venti mesi. L’altra sorella, Elisabeth, morì già grande, quando lui di anni ne aveva diciassette. La morte è costantemente presente nello spirito dei romantici, ma a maggior ragione fu presente nella vita di questo artista.
Anche la natura però è una costante, grandiosa e temibile, la natura con gli alberi morti e le architetture in rovina, i cimiteri e le lande nebbiose e desolate. Friedrich ebbe a che fare fin da giovane con questa natura immensa e crudele. Infatti quando era appena un ragazzo, nel 1787, quasi affogò. Il giovane artista appena tredicenne stava pattinando sulla superficie ghiacciata di un lago, quando questa si ruppe sotto il suo peso e lui cadde nelle gelide acque. Fu salvato dal fratello Johann che purtroppo però, nello sforzo di combattere contro l’acqua e il ghiaccio, annegò.
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I primi passi da pittore
Anni dopo, questo episodio tragico, ispirerà il pittore che immortalerà quella stessa natura matrigna e talvolta terribile, narrando in un suo dipinto il disastro di una sfortunata spedizione al Polo Nord, nel Mare Artico. Friedrich cominciò a cimentarsi nella pittura nel 1790, sotto la guida dell’artista Johann Quistorp all’università di Greifswald. È proprio da questo momento che l’artista ebbe modo di avvicinarsi alla natura e al paesaggio perché Quistorp era solito portare i propri allievi a dipingere all’aperto. Furono anni decisivi per il pittore che, unendo la passione per la teologia con quella per la pittura di paesaggio, cominciò a formare il proprio stile. Quattro anni dopo, Friedrich iniziò gli studi all’importante Accademia d’Arte di Copenaghen. In quella che era la più prestigiosa accademia dell’Europa settentrionale, allenò le sue capacità artistiche copiando le statue antiche.

Dopo gli studi all’accademia di belle arti di Copenhagen, dove conobbe le opere di importanti artisti del suo tempo, Friedrich si stabilì a Dresda. Qui frequentò poeti, letterati e altri pittori della sua generazione. Raccolse i primi successi con grandi disegni a seppia, dalla tecnica precisa, che rappresentarono soprattutto luoghi dell’isola di Rügen, la più grande della Germania, situata nel mar Baltico. Per Friedrich l’affermazione come artista arrivò nel 1805 quando ottenne il primo premio a un concorso a Weimar, diretto dal famoso Johann Wolfgang von Goethe. Le sue profonde riflessioni sulla natura e un’osservazione scrupolosa della realtà gli avevano consentito di trovare la propria originalità e questa piacque molto alla critica del tempo. Nonostante i molti viaggi che fece in Europa, ritornò a più riprese in patria creando con questo contatto uno stile di paesaggio caratteristico, cominciando a usare anche la tecnica a olio.

I paesaggi
Nel Quadro d’altare di Tetschen impiegò una veduta suggestiva per tradurre, attraverso la pittura, la propria emozione religiosa. È però forse l’opera Monaco sulla riva del mare l’espressione più perfetta della sua concezione trascendentale del paesaggio. Nuovi viaggi sulle rive del Baltico nel 1809, poi nel 1810 sui monti dei Giganti, e nello Harz, catena montuosa nella Germania settentrionale, nel 1811, arricchirono di temi il suo repertorio artistico. Tra i paesaggi di questo periodo si possono citare l’Arcobaleno, il Paesaggio del monte dei Giganti, l’Abbazia nel bosco e il Mattino sul monte dei Giganti che sono tra le opere più incisive di questa fase.

Lo scrittore, poeta e drammaturgo tedesco Johann Wolfgang von Goethe, che in precedenza aveva già premiato Friedrich al concorso di Weimar, s’interessò talmente alla sua pittura che lo andò a trovare tra il 1810 e il 1820. Venne particolarmente colpito dalla vista del quadro Monaco sulla riva del mare. Nel 1810 l’artista divenne membro dell’Accademia di Berlino e sempre lo stesso anno, il principe ereditario prussiano comprò due dei suoi quadri. Eppure nel 1816 Friedrich decise di prendere le distanze dalla Prussia, impegnandosi nel giugno dello stesso anno per ottenere la cittadinanza sassone. Il pittore non solo ottenne la cittadinanza, ma diventò anche un membro dell’Accademia Sassone, con un compenso di 150 talleri all’anno.

Il matrimonio e l’opera più suggestiva
Nel periodo seguente, la ricerca di universalità limitò l’espressione della sua fantasia e del suo linguaggio formale. Ma questo lo portò a una nuova evoluzione, seguita a due viaggi sulle rive del Baltico nel 1815 e nel 1818 e a un evento che cambiò la sua vita. Il 21 gennaio 1818 Friedrich sposò, con grande sorpresa dei suoi amici, una ragazza di umili origini: Caroline Bommer, figlia di un fattore. La coppia ebbe tre figli: la primogenita, Emma, arrivò nel 1820. Il matrimonio non ebbe un particolare effetto sulla personalità dell’artista, ma va notato che nelle tele dipinte in questo periodo emerse un nuovo senso di leggerezza. Da questo momento il pittore si ispirò più strettamente alla natura preferendo motivi idillici e il colore stesso si arricchì di maggiori tonalità. In questi anni l’artista portò a termine uno dei suoi dipinti forse più suggestivi: Viandante sul mare di nebbia.

Quest’opera è veramente entrata nella cultura di massa, ispirando scrittori, registi, cantanti e collegandosi indelebilmente all’idea malinconica di romanticismo. A partire dal 1820 Caspar eseguì, unitamente a paesaggi in riva al mare e in collina, alcune composizioni di alta montagna in base a studi fatti da amici artisti, come il Watzmann, e Alta montagna. Friedrich realizzò anche diversi dipinti con vedute del Mare polare. Ma la sola a giungere fino a noi è quella intitolata Il mare di ghiaccio o Il naufragio della speranza, attualmente custodito presso la Kunsthalle di Amburgo. Intorno al 1825 i paesaggi malinconici riacquistarono un’importanza predominante nel suo lavoro e nel suo periodo tardo, il tratto si fece più morbido e il colore più intenso.
Gli ultimi anni
Con il tramonto degli ideali romantici, anche la reputazione e l’importanza di Friedrich sfiorirono e gli ultimi vent’anni della sua vita furono segnati da un lento ma inesorabile declino. A questo si aggiunse una malattia di cui la precisa natura ci è ancora del tutto sconosciuta. Ovviamente i temi delle opere dell’artista ne risentirono e comparirono sempre più spesso richiami alla morte. Nel 1835 fu colpito da un attacco di apoplessia, in seguito al quale produsse solamente disegni. Malato, debole e depresso, con grandi difficoltà per potersi guadagnare ancora da vivere, Caspar David Friedrich morì il 7 maggio 1840. Fu sepolto nel cimitero della Trinità di Dresda.
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C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui