
Ci siamo, non potevo esimermi dallo scrivere un post sulla mostra evento dedicata a David Bowie: “David Bowie Is” al Mambo di Bologna. Una premessa. Sono un fan di Bowie anche se non mi ritengo un fanatico e cioè mi piacciono i suoi album, ma non tutti, ho apprezzato quasi tutte le sue scelte stilistiche i suoi cambiamenti e credo d’aver visto quasi tutti i suoi film. Insomma un fan medio. Partendo da questo giusto presupposto vi dico da subito che la mostra mi è piaciuta tantissimo e infatti sono andato a vederla ben due volte! Il biglietto intero costa 15 euro e con alcune tessere si ha diritto a un piccolo sconto, ma vi assicuro che li vale tutti quei 15 euro.
La mostra comincia con una sorpresa, espressa nelle particolari audioguide che vi verranno assegnate all’inizio del percorso. Non sono vere e proprie audioguide, non sentirete una voce monotona che vi spiega per filo e per segno tutti gli oggetti in mostra. Si tratta piuttosto di un sottofondo fatto di suoni, di parole, di musica e voi non dovrete proprio fare nulla perché gli auricolari si sintonizzeranno automaticamente con i contenuti delle varie sale. Mai visto prima un sistema del genere.
E con le vostre cuffiette entrerete nella mostra. Non sono moltissime sale, ma sono veramente ricche di materiale. Dischi, appunti, video, costumi, foto e oggetti che aiuteranno a contestualizzare l’evoluzione di Bowie con le novità della società del tempo. Non a caso a organizzare questa mostra è stato il Victoria & Albert Museum di Londra e cioè un museo dedicato alle arti applicate e alle arti minori. Ed ecco che si parte quindi con una sezione che descrive il sottofondo culturale in cui David Robert Jones crebbe e fece i primi passi nel mondo della musica. Fin da subito emerge il fatto che David era veramente un artista totale. Curava personalmente il suo aspetto, il trucco, i vestiti, le copertine degli album, assorbendo come una spugna tutto ciò che lo affascinava e lo interessava.
Nelle sale seguenti infatti vedrete il David Bowie musicista, star camaleontica, ma anche straordinario attore. Un flusso di oggetti, informazioni, suoni, che vi coinvolgeranno per forza anche se non siete fan di Bowie in un crescendo d’emozione che sfocia nell’ultima straordinaria sala. Non potrete fare a meno di emozionarvi perché vi renderete conto di quanto questo artista sia entrato nelle nostre vite. Tutti voi avrete un ricordo legato a lui, come attore o cantante o semplicemente come icona che ha saputo fare tendenza anche nella moda. Vi commuoverete nel vedere come certi suoi pezzi furono realizzati, nel vedere i testi scritti da Bowie con una grafia semplice, quasi da adolescente.

Un’occasione unica
Vi consiglio quindi di cogliere quest’occasione unica e possibile fino al 13 novembre. Senza anticiparvi troppo, ecco alcuni dei pezzi esposti che più mi hanno particolarmente colpito. Il costume fantastico realizzato da Alexander McQueen con la bandiera inglese tutta logora che trovate sulla copertina dell’album Earthling del 1997, lo scettro-frustino usato da Bowie nel mitico film della mia infanzia Labirinth e il synth usato per Heroes. Ma inutile dire che troverete molto altro, vi basterà non pensare troppo e lasciarvi guidare dalla mostra, un toccasana per il cervello, le orecchie e il cuore. Alla fine forse, come me, vi sentirete appagati nella sensazione di aver fatto un po’ vostro David Bowie, averlo conosciuto ed essere entrati nel suo mondo di creatività assoluta dove il bello e la musica regnano sovrani.
Per tutte le info sulla mostra: davidbowieis.it
C.C.