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Trittico Stefaneschi, Giotto

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Trittico Stefaneschi, Giotto
Trittico Stefaneschi
Giotto, trittico Sfefaneschi, recto

Il Trittico Stefaneschi venne realizzato da Giotto insieme agli aiuti della sua bottega. L’artista, nato nel 1267 a Vespignano, piccolo paese vicino a Firenze, è considerato colui che portò l’arte italiana verso la modernità. A Giotto infatti dobbiamo la rappresentazione dei sentimenti, di figure plastiche e monumentali inserite in uno spazio che comincia a essere concepito attraverso un inizio di prospettiva. Il polittico proviene dalla basilica di San Pietro a Roma e fu commissionato dal cardinale Jacopo Stefaneschi per essere collocato nell’altare maggiore.

L’opera si compone di tre scomparti e per questo prende il nome di “trittico”, inoltre vi sembrerà strano, ma è dipinta da entrambi i lati. Questo perché doveva essere visto sia dai fedeli che dai canonici che celebravano le funzioni religiose. Le immagini raffigurate nel trittico ruotano tutte intorno alla figura di San Pietro, titolare della basilica e San Paolo, l’altro apostolo le cui reliquie sono conservate a Roma. Entrambi i santi sono considerati simboli e fondamenta della Chiesa cattolica romana.

Trittico Stefaneschi
Giotto, trittico Stefaneschi, verso

Nel lato frontale, al centro vediamo San Pietro in trono tra Angeli e offerenti; sui pannelli laterali San Giacomo e San Paolo a sinistra, Sant’Andrea e San Giovanni Evangelista a destra. Nella predella, cioè la parte bassa del polittico, l’unico pannello superstite riproduce Santo Stefano e due Santi. Dall’altro lato, sul retro, al centro troviamo Cristo in trono con angeli e il cardinale Stefaneschi ai suoi piedi, ai lati la Crocifissione di San Pietro e la Decollazione di San Paolo. I tre scomparti della predella raffigurano la Vergine in trono col Bambino tra Angeli, San Pietro e San Giacomo in posizione centrale, e a seguire cinque apostoli per parte. Nelle cuspidi sono presenti tondi con angeli e santi o profeti.

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Un piccolo trucco per riconoscere la miriade di santi che affollano i polittici nel corso della storia dell’arte: vi basta ricordare che ognuno di loro ha sempre uno o più simboli che lo contraddistinguono. Alcuni esempi: San Pietro, anche in quest’opera, tiene le chiavi del paradiso in mano; San Paolo tiene in mano un rotolo o un libro e a volte la spada; San Giacomo porta un libro e il bastone, simbolo di pellegrinaggio e così via. Il Trittico Stefaneschi è sicuramente fra i polittici più famosi e uno dei maggiori capolavori conservati nella Pinacoteca Vaticana.

Continua l’esplorazione

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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