Busti del Cardinale Scipione Borghese, Gian Lorenzo Bernini

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Busti del Cardinale Scipione Borghese

L’opera fu scolpita da Bernini e rappresenta il padrone di casa di Galleria Borghese, colui che ne concepì e ne raccolse la straordinaria collezione: Scipione Borghese. In realtà di busti del Cardinale Scipione Borghese ne vedrete. Questo perché nel primo, a lavoro ultimato, lo scultore si accorse di un’imperfezione nel blocco di marmo tale da provocare una crepa. Tuttora è visibile sulla fronte di uno dei due ritratti. L’artista replicò l’opera in maniera perfetta nell’arco di quindici giorni confermando uno straordinario virtuosismo.

Scipione Borghese nacque a Roma nel 1577, figlio di Francesco Caffarelli e Ortensia Borghese, sorella di Camillo che nel 1605 divenne papa con il nome di Paolo V. Il papa chiamò a sé il nipote prediletto, Scipione, facendogli compiere studi di giurisprudenza. Nel luglio del 1605 lo indirizzò alla carriera ecclesiastica, nominandolo cardinale e dandogli contemporaneamente le insegne di casa borghese.

Busti del Cardinale Scipione Borghese
I due busti a confronto, a sinistra quello con il difetto del marmo

Nel primo decennio del suo cardinalato Scipione Borghese si costruì un’immagine di principe, innalzando palazzi grandiosi, mettendo insieme la sua collezione d’arte e facendosi protettore degli artisti. Appassionato di studi scientifici, il cardinale coltivava anche un interesse per la musica, che egli stesso eseguiva nella sua villa, dove possedeva numerosi strumenti.
La scultura venne commissionata quando Scipione aveva 56 anni ed era tra gli uomini più potenti di Roma, morì l’anno successivo.

Busti del Cardinale Scipione Borghese

Bernini lo ritrasse con una naturalezza e un’attenzione alla realtà che non aveva precedenti e che rivoluzionò il ritratto occidentale. Quello che avete di fronte a voi è un uomo in carne, amante della buona tavola, dalla pelle rugosa che sembra quasi sudata e dal colletto slacciato che lascia debordare il doppio mento. Un bottone dell’abito cardinalizio è uscito dall’asola, forse perché il cardinale sta gesticolando. Scipione sta parlando con qualcuno ed è bloccato in un’istantanea, un fotogramma. La testa si muove verso sinistra, la bocca si sta schiudendo e lo sguardo è vigile. Questi due ritratti segnarono un cambiamento stilistico e formale nella produzione dei busti del Bernini, per le forme semplici, per una maggiore resa psicologica e per la grande forza espressiva. Come Rubens e Van Dick nei ritratti dipinti del Seicento, Bernini creò un dialogo tra opera e osservatore, cosicché ci sembra che il cardinale parli direttamente con noi.

Continua l’esplorazione …

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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