Domenico Veneziano, rivisitazione gotica e linguaggio rinascimentale

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Domenico Veneziano, Pala di S. Lucia dei Magnoli
Domenico Veneziano, Pala di S. Lucia dei Magnoli (tavola centrale), c1445, Galleria degli Uffizi, Firenze

Questo pittore italiano è una figura importante, ma misteriosa, la cui vita non è molto documentata. Il nome indica che Domenico Veneziano fosse originario di Venezia, ma le sue prime notizie risalgono al 1438, quando dipinse a Perugia una sala di palazzo Baglioni, oggi scomparsa.

Prima d’allora nulla si sa di lui, e il problema della sua formazione e della sua attività iniziale è molto discusso. Fu principalmente attivo a Firenze, dove lavorò per Piero de’ Medici e in città Domenico fu responsabile di un nuovo interesse per il colore e la composizione in una tradizione, quella fiorentina, dominata dal disegno.

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Tra gotico e rinascimento

Domenico Veneziano aveva potuto assimilare gli elementi più arcaici della sua cultura a Venezia, dove il gotico era ancora vivo e dove Pisanello aveva dipinto, nel 1419, i suoi affreschi in Palazzo ducale. Ma la sicurezza con la quale questo artista usò le regole della prospettiva non si spiega senza una conoscenza diretta delle ricerche fiorentine. Conoscenza che può essere avvenuta solo attraverso l’opera di importanti artisti quali Gentile da Fabriano e Beato Angelico.

Domenico Veneziano, Madonna con Bambino in trono
Domenico Veneziano, Madonna con Bambino in trono, c1440, National Gallery, Londra

Pensate che solamente due opere certe sopravvivono di questo pittore. La Madonna con Bambino in trono, che vedete qui sopra e che è il più grande dei tre frammenti in parte danneggiati e ridipinti di un tabernacolo in esterno da lui affrescato. E la famosa pala di S. Lucia dei Magnoli, dipinta a Firenze, la cui tavola centrale si trova oggi agli Uffizi. Quest’opera è sicuramente uno dei più grandi capolavori della pittura italiana del XV secolo e vi lavorò molto probabilmente come assistente anche Piero della Francesca.

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Infatti il più diretto e più grande allievo di Domenico fu certamente Piero della Francesca, che giovanissimo lo aiutò anche nel cantiere di Sant’Egidio, a Firenze (andato quasi completamente distrutto) e che da lui prese la radiosa purezza del colore. Domenico Veneziano morì povero, a Firenze, nel 1461. Non venne però ucciso a tradimento da Andrea del Castagno geloso del suo talento, come afferma Vasari. Ma questa leggenda attesta la scarsa considerazione e simpatia che all’epoca veniva riservata per Domenico, in un ambiente artistico ormai totalmente estraneo al suo universo poetico.

C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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