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Conversione di San Paolo, Caravaggio

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Conversione di San Paolo, Caravaggio
Conversione di San Paolo, Caravaggio
Conversione di San Paolo
Caravaggio, Conversione di San Paolo, 1600-01, Cappella Cerasi, Santa Maria del Popolo, Roma

La Conversione di San Paolo è una delle opere più belle del Caravaggio. È un dipinto a olio su tela di 230×175 cm, realizzato nel 1601 per la chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma, insieme alla Crocifissione di san Pietro. L’importante contratto di quattrocento scudi, stipulato con monsignor Tiberio Cerasi, avrebbe permesso al pittore di pagare i suoi debiti e di godere di un certo benessere.
Caravaggio realizzò una prima versione dell’opera che, forse a causa di un cambio di idea da parte dei committenti o di un rifiuto, venne sostituita da una seconda. In entrambi i dipinti l’artista raffigura un episodio della vita di san Paolo o Saulo di Tarso, un ebreo che, come tanti, era ostile alla Chiesa e ai cristiani.

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Secondo la narrazione biblica, Paolo si convertì al cristianesimo mentre si recava da Gerusalemme a Damasco per organizzare la repressione dei cristiani in quella città. Durante il viaggio, l’uomo fu avvolto da una luce fortissima e udì la voce del Signore dire: “Paolo, Paolo perché mi perseguiti?”. Folgorato e reso cieco da quella luce divina, Paolo vagò per tre giorni a Damasco, dove fu guarito da Anania, capo della comunità cristiana della città.

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La prima versione fa parte oggi della collezione privata della famiglia Odescalchi, da cui prende il nome, “Caravaggio Odescalchi” per distinzione con la seconda. In quest’opera notiamo, come a differenza dalla versione successiva, Gesù venga rappresentato in carne e ossa, sorretto da un angelo. Caravaggio inserisce anche una guardia anziana con lancia e lascia intravedere sullo sfondo un po’ di paesaggio con un fiume, forse l’Aniene, che aggiunge respiro all’ambiente in cui si svolge la scena.
Nella seconda versione che andremo a vedere nel dettaglio l’episodio è colto sempre nello stesso momento. Caravaggio rappresenta il miracolo appena avvenuto, in un grande cerchio luminoso che racchiude i personaggi della scena.

Conversione di San Paolo, la versione Odescalchi
Caravaggio, la versione Odescalchi

La luce rappresenta simbolicamente Gesù, luce divina che irrompe nelle tenebre del peccato. Lo sfondo nero, oltre ad avere una funzione simbolica, fa risaltare i volumi plastici dei personaggi. Domina la scena il cavallo che grazie all’intervento divino, alza lo zoccolo per non calpestare Paolo che, accecato, allarga le braccia come segno di grande dedizione per Cristo.
Sono presenti nella scena tre personaggi: un uomo anziano, forse un palafreniere, scalzo e con il volto segnato dalla fatica e dalle profonde rughe che tiene con una mano le briglie del cavallo e con l’altra ne accarezza il muso nel tentativo di calmarlo.

Paolo, a terra, è rappresentato come un giovane e bel cavaliere con abiti dai colori vivaci che contrastano con i toni bruni e grigi del resto del dipinto. E ovviamente il cavallo che osserva tra lo stupito e il curioso la scena e il suo padrone disarcionato. Colpisce il realismo del corpo di Paolo non ancora completamente caduto, notiamo il moto ancora vivo delle gambe, inclinate. Le braccia sono alzate, gli occhi accecati con le palpebre chiuse per difendersi dal bagliore divino.

La spada di Paolo, sulla sinistra, è lontana e non può difenderlo. In realtà c’è una quarta protagonista nell’opera. La luce, presente come in tutte le tele della maturità di Caravaggio. Una luce che definisce gli ambienti e gli spazi, focalizzando l’attenzione sulla scena che emerge dall’oscurità di quella che potrebbe essere una stalla. Tutti gli attori di questa scena sono sbigottiti per lo stupore e anche noi osservatori siamo sicuramente catturati dal pathos evocativo caravaggesco.

Conversione di San Paolo, dettaglio
Un dettaglio della Conversione

Come accadde per la Morte della Vergine, la sua interpretazione dell’episodio venne giudicata provocatoria. Quasi tutto lo spazio del dipinto è occupato dal cavallo. Ci si domandò perché collocare il cavallo al centro e San Paolo a terra. Il cavallo era forse Dio? Le norme artistiche dell’epoca prescrivevano di non porre al centro della rappresentazione un animale o elementi secondari e questo rese la scelta di Caravaggio ancora più innovatrice e rivoluzionaria. A differenza di altre rappresentazioni dello stesso episodio, realizzate per esempio da Raffaello e Lodovico Carracci, dove spesso troviamo soldati spaventati e cavalli imbizzarriti, qui l’artista scelse una grande semplicità per ricreare l’intimità e il mistero della conversione.

A causa dei vari ritardi accumulati, Caravaggio ricevette cento scudi in meno rispetto al contratto, il dipinto venne collocato in alto, in penombra, e cadde presto nell’oblio. Quanto al pittore, prese male le critiche e le ingiurie e tornò alla sua vita disordinata. Caravaggio è senza dubbio il pittore più misterioso e rivoluzionario della storia dell’arte. Artista di genio che lavorava a una velocità incredibile, direttamente sulla tela senza neanche disegnare i personaggi. Visse tra una prigione e l’altra, da cui i suoi protettori riuscirono a strapparlo con sempre maggiori difficoltà. Dall’ultimo carcere a Malta, evase in modo rocambolesco per riprendere la sua fuga.

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Proscritto, ricercato, perseguitato e forse assassinato, Caravaggio sparì nei pressi di una spiaggia a sud di Roma, in circostanze che ricordano quelle della morte di Pier Paolo Pasolini. Il suo corpo non venne mai trovato e ci fu chi pensò che avesse organizzato la propria scomparsa. Una finta morte per sfuggire ai suoi nemici. Ma oltre a tutte le vicende e i pettegolezzi sull’uomo, resta l’artista senza il quale non avremmo avuto Ribera, Vermeer, La Tour e Rembrandt. Senza la sua influenza e le sue opere, Delacroix, Courbet e Manet avrebbero dipinto in maniera molto diversa e la storia dell’arte non sarebbe stata la stessa.

Continua l’esplorazione

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Letture consigliate

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➡ Caravaggio, Maurizio Calvesi http://amzn.to/2pASeP5
➡ Caravaggio segreto. I misteri nascosti nei suoi capolavori, Costantino D’Orazio http://amzn.to/2pfB1Of

C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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