
Il Ballo al Moulin de la Galette, che Pierre-Auguste Renoir realizzò nel 1876, rappresenta una delle opere più importanti nella prolifica produzione dell’artista, esponente di spicco del movimento impressionista. Il dipinto venne esposto nel 1877, in occasione della terza mostra del gruppo. Renoir, come gli altri artisti del movimento, si interessò alla pittura en plein air, ma a differenza degli altri impressionisti, conservò sempre una particolare preferenza per la figura umana, restando a modo suo più vicino alla tradizione accademica. Il quadro molto probabilmente non fu eseguito all’aperto, perché la sua dimensione, che raggiunge quasi i due metri di larghezza, lo avrebbe reso molto difficile. Ma quello che conta è la sua ispirazione che è tutta volta alla rappresentazione della luce e del reale.
Il dipinto è firmato e datato dal pittore in basso a destra e rappresenta un ballo al Moulin de la Galette, un luogo di ritrovo nel quartiere di Montmartre, frequentato dai parigini alla fine dell’Ottocento. Questo popolare locale all’aperto era anche una cantina che offriva il vino prodotto dalle vigne coltivate sulla collina appena fuori dall’amministrazione cittadina. Era il luogo perfetto per un artista che come Renoir volesse ritratte una folla in movimento. Questo perché al Moulin de la Galette si ballava il sabato, la domenica e il lunedì e tutti potevano partecipare.
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In quegli anni il monte di Montmartre aveva per i parigini il carattere di un quartiere quasi di periferia, con case basse, giardini e viottoli di terra battuta. Ma Montmartre era soprattutto il manifesto della vita moderna d’allora, un cantiere per la nuova industria del divertimento. Il Moulin de la Galette era il sinonimo di svago popolare a cui potevano accedere, con un biglietto di soli 8 centesimi, gli operai e le sartine del valzer pomeridiano. Renoir coglie la scena del ballo in pieno pomeriggio domenicale e come in un’istantanea il dipinto fissa un momento di divertimento e spensieratezza, durante il quale le persone e le coppie presenti ballano al suono dell’orchestra, bevono, chiacchierano e ridono. Uomini e donne sono vestiti in modo elegante, ma semplice: in particolare gli uomini portano cappelli di paglia, tipici della bella stagione parigina.
Ci sembra quasi di sentirlo questo chiasso gioioso, reso tale anche dal sole che filtra attraverso le foglie e i rami creando un gioco di luci e ombre contrastanti. L’ambiente è molto semplice, senza fronzoli lussuosi: vediamo solo alcune panchine da giardino, una sedia di legno come tanti di voi avranno a casa e dei tavoli senza tovaglia, come quello sulla destra sul quale sono appoggiati bicchieri e bottiglie. E tra queste fa la sua bella mostra quella che sarà la bibita del secolo: l’assenzio.
Per il gruppo di giovani che siedono intorno al tavolo in primo piano e per i danzatori, posarono molti amici di Renoir.
Ce lo racconta George Rivière, scrittore e critico d’arte ammiratore e sostenitore dell’artista. “I personaggi che compaiono nel quadro ci raggiungevano al Moulin ed eravamo spesso assai numerosi. È Estelle, sorella di Jeanne, che vediamo in primo piano sulla panchina da giardino. Ci sono anche Gervex, Crodey, Lestringuez, Lhote e altri, inseriti fra i danzatori. Infine un pittore di origine spagnola, Don Pedro Vidal de Solarès, che veniva da Cuba, è raffigurato al centro del dipinto (…) mentre danza con Margot. Durante le sessioni di ballo la spensierata ed esuberante Margot scuoteva con forza quel povero diavolo di Solarès che lei trovava compassato. Lo faceva piroettare al passo della polka”.

Renoir utilizza colori saturi accostati con rapidi tocchi di pennello, seguendo quelli che in effetti erano i principi dell’impressionismo. Il pittore per rendere l’idea dei raggi di sole che filtrano attraverso le fronde degli alberi, crea una scena immersa in una luce bluastra, inserendo qui e là zone luminose. I volumi e le forme sembrano dissolversi in questa luce che ci appare variabile e tremolante, i profili delle figure sono fluidi e indefiniti. L’artista violò con quest’opera uno dei principi accademici per il quale le figure dovevano essere disegnate in maniera nitida in primo piano per poi perdere definizione con la lontananza. Questa licenza che si prese Renoir, sarà uno dei punti chiave per cui la critica ufficiale muoverà la propria ostilità verso il dipinto. Inoltre il pittore qui ignorò deliberatamente le regole della prospettiva, rappresentando la profondità della scena come viene percepita dall’occhio, con un movimento confuso e vivo.
Il Ballo al Moulin de la Galette è rumore, risate, movimento e sole in un’atmosfera spensierata, è un’opera in cui Renoir seppe cogliere un frammento di vita parigina. Ed è commovente pensare a queste persone vissute quasi due secoli fa, con le loro aspettative, i loro progetti, i loro sogni, colte in un momento di riposo, a ballare, chiacchierare, bere e fumare. Quante cose saranno riusciti a realizzare? Quanto avranno riso o pianto? Quanti di loro si saranno sposati e quanti avranno avuto dei figli? Poco importa perché Renoir ha fissato per noi l’istante migliore, un istante di gioia in cui tutti i sogni sembrano potersi avverare.
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C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui