
Questo straordinario trittico costituisce forse l’apice nell’arte di Hieronymus Bosch, delle sue invenzioni e della sua straordinaria immaginazione. Come dice la parola stessa, “trittico”, l’opera si divide in tre pannelli: uno centrale più largo e due laterali più stretti. I due scomparti laterali inoltre si posso chiudere su quello centrale. Proprio come due ante di una finestra, rivelando una quarta immagine che raramente viene mostrata, raffigurante il terzo giorno della creazione del mondo. Ad ante aperte, davanti ai nostri occhi sconcertati, si delinea una rappresentazione ricchissima che spazia dalla creazione dei progenitori, passando per il giardino delle delizie, fino a scendere all’inferno. Insomma una vera macchina figurativa che non conosce rivali.
Il Paradiso terrestre
Nel pannello di sinistra sullo sfondo di un rigoglioso Paradiso terrestre popolato da splendide creature, Dio presenta Eva al cospetto di Adamo. Lui appena svegliato dal sonno osserva la compagna, generata da una sua costola, con un’espressione di vera sorpresa. Dio è rappresentato più giovane del solito, più simile in effetti alle immagini di Gesù. La scena brulica di animali tra i quali scorgiamo creature reali, come la giraffa, l’elefante, la lepre, delle scimmie e così via, ma anche creature inventate, come l’unicorno.
Le piante presenti sono le più disparate e sicuramente attirerà la vostra attenzione un curioso albero alle spalle di Adamo, noto come “dracena”. Forse vi dirà poco il nome, ma in realtà la versione arbusto di quest’albero è chiamata “tronchetto della felicità” ed è molto frequente nei salotti e negli uffici come pianta da interno. Al centro del fantastico paesaggio, ricco di fauna e flora, vediamo infine un laghetto dal quale emerge una splendida fontana della vita.
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Il giardino delle delizie del pannello centrale
La parte centrale del trittico raffigura un finto Paradiso che inganna i sensi, un giardino delle delizie dedicato al peccato e alla lussuria. Qui Bosch ha incluso un gran numero di figure umane nude. Ad eccezione della coppia in basso a destra, identificata come Adamo ed Eva dopo la cacciata dal Paradiso. Uomini e donne sono divisi in gruppi o coppie, intenti a consumare relazioni amorose di varia natura. L’artista colloca al centro di un grande parco un ammasso di fanciulle e intorno ad esse un largo cerchio di cavalieri che ruota in senso antiorario. In primo piano un gruppo di uomini e donne nudi si divertono, godendo della presenza di uccelli, piante e compagni dell’altro sesso.

Gli animali rappresentati sono molto più grandi della realtà e tra questi Bosch sottolinea in particolare due diversi tipi di gufo che evocano il male. Questi uccelli, ai due estremi laterali del pannello, dirigono i loro sguardi inquietanti verso di noi. Sono presenti anche piante e frutta, raffigurate molto più grandi rispetto alle dimensioni reali, con connotazioni erotiche e riferimenti allegorici agli organi sessuali. In contrasto con la confusione che prevale in primo piano, la geometria si impone invece sullo sfondo, attraverso costruzioni architettoniche fantastiche. Vediamo fontane e padiglioni intorno a un lago che si spinge fino all’orizzonte, mentre a destra e a sinistra alcune misteriose figure alate spiccano il volo.

Il pannello dell’inferno
Il pannello di destra raffigura un inferno musicale, dalla presenza degli strumenti usati per torturare i peccatori che hanno dedicato il loro tempo alla musica profana. Qui tutti i peccati capitali sono puniti. Gli avari vengono divorati e immediatamente espulsi dall’ano di una creatura con la testa di un uccello, seduta su una specie di trono-gabinetto. I golosi sono castigati nella taverna al centro del dipinto, situata all’interno dell’albero-uomo, in attesa d’essere serviti da rospi, diavoli e altre creature sgradevoli. Gli invidiosi invece sono torturati per immersione in acqua ghiacciata.
La curiosa taverna-uomo al centro dello scomparto ha il torso a forma di uovo, la parte inferiore del corpo formata da tronchi d’albero marci e i piedi appoggiati su barche. In questa parte del trittico Bosch descrive la trasformazione dell’uomo in bestia come meritato castigo al vizio e alla depravazione. Il pittore qui si sofferma come mai prima sulle punizioni dei peccatori, raggiungendo un vertice nella descrizione pittorica delle cose più disgustose e inquietanti. Insomma un vero guazzabuglio infernale che ancora oggi incute paura e affascina allo stesso tempo.

Il retro dipinto a “grisaille”
Sul retro delle ante, visibile sono quando il trittico è chiuso, Bosch dipinse la creazione del mondo, racchiusa in un globo cristallino e vista come il terzo giorno della creazione descritto nel libro della Genesi, quando le acque furono separate dalla terra. Questa immagine è realizzata con la tecnica del “grisaille” che utilizza solo i toni del grigio, creando dipinti monocromi. Le tre scene dipinte sulla faccia interna del Trittico del Giardino delle Delizie, quella normalmente esposta al pubblico, hanno fatto nascere le più svariate e anche assurde teorie. Come spiegare il perché delle immagini rappresentate? Quella più attendibile e ragionevole individua come filo conduttore dei tra pannelli il peccato. In breve possiamo dire che l’intera opera costituisce una predica contro i piaceri della carne e che descrive l’umanità come perduta nel peccato.

Si passa infatti dalla nascita del peccato originale, a sinistra, alla fine del peccato punito all’inferno a destra, passando per il pannello centrale in cui domina la lussuria. Visti i molti dettagli e le allegorie spesso indecifrabili, siamo portati a pensare che questo trittico non fosse ideato per una chiesa, dove sarebbe stato esposto al popolo, ma per un mecenate laico e intellettuale. Purtroppo non conosciamo né il committente né le traversie che portarono l’opera in Spagna, nella collezione dell’Escorial nel 1595, per poi finire in tempi più recenti al museo del Prado dove oggi è esposta. Lo stato di conservazione del Trittico del Giardino delle Delizie non è buono. Puliture troppo aggressive hanno appiattito molti particolari e figure, ma nonostante ciò la sua visione d’insieme è ancora stupefacente.

Un inno all’immaginazione umana
Di fronte a opere come questa siamo portati a pensare, fino a che punto può spingersi l’immaginazione umana? Hieronymus Bosch nel Trittico del Giardino delle Delizie mescola tradizioni popolari e citazioni bibliche, diavoli e paradisi, incubi e nanetti, esseri mitologici e animali fantastici. Tutto si incrocia e si mescola, creando un universo visivo senza precedenti. E anche se noi persone moderne, nella maggioranza dei casi, non ci facciamo più condizionare da superstizioni, morali e leggende, rimaniamo estasiati da ciò che è stato in grado di produrre il pennello di un pittore che non si mosse mai dalla sua piccola città del nord Europa.
Continua l’esplorazione
Allora, vi è piaciuta quest’opera? Conoscevate già Bosch? Scrivetemi impressioni, pareri, suggerimenti e rimanete ancora con me su Artesplorando 🙂
Tutti i post dedicati all’artista
C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui