La Maja Desnuda e Maja Vestida, due delle opere più famose del pittore spagnolo Francisco Goya. Da un lato una donna vestita con un abito trasparente e una giacca gialla con decorazioni nere, distesa su un divano di velluto verde con cuscini. Dall’altro lato la stessa donna sdraiata sullo stesso divano, ma in questo caso completamente nuda come Venere, dea della bellezza. Fiumi d’inchiostro sono stati versati per queste opere fatte per stare l’una vicina all’altra. Il motivo di tanto interesse è che ancora oggi non sappiamo chi sia la donna rappresentata e nemmeno chi sia il committente. Tra le poche certezze, si sa che i due dipinti erano nella collezione del potente ministro spagnolo Godoy, i cui beni furono sequestrati nel 1814. Le due opere passarono alla Real Academia de San Fernando e giunsero al Prado nel 1901.
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La Maja vestida serviva a coprire la versione nuda che all’epoca della sua realizzazione suscitò un enorme scandalo. Pensate che in Spagna per secoli le immagini di nudo, anche quelle giustificate da un tema mitologico, erano proibite dalla Chiesa e punite dal tribunale religioso dell’Inquisizione. Si arrivò a un tale livello di censura che nel XVIII secolo due re spagnoli gettarono nelle fiamme tutti i nudi presenti nelle collezioni reali.
Ed è per questo motivo che l’unico esempio di nudo spagnolo sopravvissuto prima della Maja desnuda è la Venere Rokeby di Diego Velazquez, oggi alla National Gallery di Londra. La versione svestita della Maja fu esposta solo nel 1900, dopo un periodo d’oblio durato parecchi anni. Tradizionalmente si riteneva che la donna rappresentata nei due dipinti fosse la duchessa d’Alba, ritratta diverse volte da Goya e, secondo alcuni, amante del pittore. Recenti studi hanno però smentito quest’ipotesi, identificando la donna con Pepita Tudó, amante del ministro Godoy.
Fermatevi a osservare l’innegabile sensualità dei due corpi dipinti, adagiati senza vergogna tra i cuscini di pizzo e offerti al nostro sguardo. Nelle due opere cambia la realizzazione del volto: nella Maja desnuda infatti si nota come il viso un po’ banale contrasti con il meraviglioso corpo, facendo preferire l’espressione della Maja vestida.
La Maja Desnuda è stata oggetto delle attenzioni del cinema: nel 1958 è diventata il titolo di un film diretto da Henry Koster che raccontò la presunta relazione tra la duchessa d’Alba e Goya. Inoltre il dipinto è protagonista di una truffa nel film italiano Totò, Eva e il pennello proibito.
Una curiosità: negli anni trenta del Novecento la Spagna realizzò un francobollo celebrativo con la Maja Desnuda e le poste americane arrivarono a respingere la corrispondenza affrancata con la riproduzione del dipinto, considerandolo indecente.
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C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui