Ritratto d’uomo, Antonello da Messina

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Ritratto d’uomo
Antonello da Messina, Ritratto d’uomo

Poche personalità nella storia dell’arte hanno saputo creare immagini così magnetiche, espressive e coinvolgenti, come quelle realizzate da Antonello da Messina. L’artista nacque a Messina, in Sicilia, verso il 1430 e divenne il primo vero promotore della pittura a olio in Italia. Antonello affrontò diversi generi, ma la sua influenza fu decisiva nel ritratto. I personaggi rappresentati dall’artista guardano verso di noi, coinvolgendoci in un dialogo inedito. Prima di lui il ritratto dipinto in Italia veniva affrontato di profilo: l’ispirazione principale derivava dalle raffigurazioni degli imperatori romani sulle monete.

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Questo stile però produceva immagini distaccate e solenni che, se da un lato servivano comunque allo scopo di restituirci un ritratto fedele, dall’altro non permettevano allo spettatore di cogliere lo sguardo e le caratteristiche psicologiche del personaggio ritratto. Antonello da Messina quindi, grazie al suo contatto con l’arte fiamminga, introdusse in Italia la novità del ritratto di tre quarti. Il Ritratto d’uomo risale molto probabilmente al periodo del soggiorno del pittore a Venezia, in un momento in cui era diffuso il gusto per la ritrattistica privata di piccolo formato. Non sappiamo chi sia il committente, ma il lungo cappello nero, che scende a punta sul petto, e la veste di colore rosso, definiscono un costume tipicamente veneziano, forse si tratta di un nobile. Le vicende del quadro ci sono ignote, ma sappiamo che arrivò nella collezione Borghese prima del 1790.

L’opera rappresenta un uomo ben vestito, ruotato di tre quarti e visibile solo fino al petto. Il fondo scuro da cui emerge mette in piena evidenza il suo viso: ha un’espressione intelligente e lo sguardo vivace. I tratti quasi scolpiti del volto, e lo sguardo ammiccante, dal sorriso contenuto, sono una delle caratteristiche nelle descrizioni fisionomiche del pittore siciliano. L’ultimo restauro ha ridato una completa leggibilità alla superficie dove ora possiamo vedere con chiarezza la forma della cuffia nera portata dall’uomo.

Le striature scure del corpetto non sono un effetto voluto dall’artista, ma il risultato di un’antica pulitura con solventi a base di cloro che hanno cambiato il colore da rosso a nero. L’opera è uno dei capolavori della fase matura di Antonello, un artista che viaggiò molto e che seppe compiere una sintesi fra le due scuole principali dell’arte pittorica del Quattrocento: quella italiana e quella fiamminga.

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C.C.

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