
Sesto appuntamento che ci porta alla scoperta dei più importanti collezionisti, critici e mercanti della storia dell’arte. Gli altri post li potete leggere seguendo il link Collezionisti, critici e mercanti, ma oggi proseguiamo nella nostra esplorazione conoscendo nuove illustri personalità. Uomini e donne che hanno saputo amare l’arte, collezionarla e sostenerla. Un dono che è allo stesso livello di chi l’arte la crea.
Luigi Antonio di Borbone
Terzo figlio di Filippo V e di Elisabetta Farnese, l’infante Luigi venne destinato fin da giovane a una carriera ecclesiastica. Divenne infatti cardinale arcivescovo di Toledo e di Siviglia. Ma, senza una vera vocazione religiosa, ottenne di essere sciolto dai voti per fare una vita conforme ai suoi gusti. Amante delle donne, dell’arte, della musica e della botanica, fece ristrutturare dall’architetto Ventura Rodriguez il suo palazzo di Boadilla del Monte nei dintorni di Madrid. Qui creò un museo di pittura molto ammirato con opere di Tiziano, Velázquez e Murillo, ma anche di vari maestri del Nord. Ebbe il grande merito di scoprire e proteggere i due pittori più dotati del suo tempo. Concesse una pensione al giovane Luis Paret, che prese al suo servizio.
Nel 1755, l’artista, accusato dal confessore del re di aver servito gli amori clandestini di Luigi, venne esiliato a Portorico. Ma il suo signore continuò a garantirgli una pensione. Dopo essersi sposato per convenienza, visse nel suo castello di Arenas de San Pedro, ai piedi della Sierra de Gredos. Vi chiamò Goya, ancora poco noto, che da lui trascorse l’estate del 1783 e venne con tutti gli onori. Qui l’artista realizzò il grande Ritratto dell’Infante con la sua famiglia, vero debutto del pittore come ritrattista. Luigi morì due anni dopo, ma sembra che la sua protezione abbia determinato una svolta nella carriera dell’artista. Goya conobbe infatti sua figlia, la contessa di Chinchón, sposata Godoy, che divenne la modella per uno dei suoi ritratti più celebri.

Sébastien-Gabriel Borbone
Discendente da un ramo cadetto della famiglia reale di Spagna, pronipote di Carlo III, l’infante Sébastien-Gabriel fu un personaggio romantico. Cospiratore e guerriero, fu uno dei capi della cosiddetta insurrezione carlista del 1833. Ma non solo, l’infante può essere considerato in Spagna uno degli appassionati d’arte più illuminati del XIX secolo. Eletto giovanissimo nell’accademia di belle arti, costituì, con i consigli di José de Madrazo,
una collezione di dipinti di primissimo ordine. Collezione in anticipo sul gusto del tempo per l’interesse nei confronti di artisti allora sconosciuti come El Greco e Goya.
Questa splendida raccolta fu confiscata dal governo liberale a causa della partecipazione di Sébastien-Gabriel alla guerra carlista e subì diverse vicissitudini. Prima depositata al Museo de la Trinidad, che conservava i quadri dei conventi soppressi, poi restituita al suo proprietario una volta riconciliato con la regina Isabella II. Rinunciò allora a ogni attività politica, si ritirò a Pau, e qui morì nel 1875. I suoi quadri andarono dispersi in numerose aste e hanno arricchito i musei d’Europa e d’America.

Alberto Achille di Brandeburgo
Appartenente al ramo cadetto degli Hohenzollern, elettore di Magonza, cardinale e
cancelliere imperiale, Alberto Achille fu appassionato conoscitore e rivale di Federico il Saggio nella caccia alle opere d’arte. Dotato di grande prestigio, raccolse intorno a sé, alla maniera dei prelati italiani, i più celebri scrittori e artisti. Baldung e Grünewald, il cui genio fantastico rispondeva al gusto del cancelliere per il bello e lo strano. Ma anche Cranach, che lo rappresentò più volte come san Girolamo. Infine, il grande Dürer, oltre alle illustrazioni per un Messale, fissò il temperamento ambizioso e sensuale di Alberto Achille in due ritratti incisi.

Abraham Bredius
Direttore del Mauritshuis dell’Aja dal 1889 al 1909, ne redasse nel 1895 un importante catalogo, svolgendo, spesso con proprie donazioni, le acquisizioni del museo. Ricercatore
instancabile, pubblicò inoltre molti documenti relativi ad artisti olandesi. Bredius è anche molto conosciuto tra gli addetti ai lavori per la sua monografia su Rembrandt, il primo catalogo completo e approfondito dell’opera dipinta del maestro. Fu un vero cacciatore
di documenti, ma allo stesso tempo collezionista tra i più illuminati. Dal 1883 al 1895 donò al Rijksmuseum di Amsterdam 42 tele di maestri olandesi e lasciò al Mauritshuis 25 quadri importanti. Il resto della sua collezione però costituisce oggi il Museo Bredius all’Aja, ricco di opere rare firmate, dotate quindi di grande valore documentario.
C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui