Cortile dello scalpellino, Canaletto

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Cortile dello scalpellino

Giovanni Antonio Canal, meglio conosciuto come il Canaletto nacque in una famiglia d’artisti specializzata nella realizzazione delle scenografie teatrali e fu proprio a bottega del padre che Canaletto mosse i primi passi della sua carriera. Di ritorno da un viaggio a Roma il pittore prese la decisione di staccarsi dall’impresa di famiglia per intraprendere la propria strada e quest’opera, considerata una delle più belle di Canaletto, risale proprio a questo periodo. Già si vede quello che sarà il genere preferito dell’artista: il paesaggio urbano, o meglio, la cosiddetta “veduta”. Si perché Canaletto decise di diventare vedutista a seguito del suo viaggio a Roma, durante il quale conobbe tre importanti artisti che si cimentavano con il genere: Viviano Codazzi, Giovanni Paolo Pannini e Gaspar van Wittel.

La vista scelta dal pittore è uno scorcio di campo S. Vidal, a Venezia, guardando oltre il Canal Grande fino alla chiesa di S. Maria della Carità che oggi è inglobata nelle Gallerie dell’Accademia. La piazza era stata temporaneamente trasformata in un laboratorio per la riparazione della vicina chiesa di S. Vidal che però non vediamo sulla tela. I blocchi di pietra d’Istria sono stati portati attraverso i canali fino alla piazzetta e il lavoro procede alacremente.

Un attimo di vita quotidiana con dettagli commoventi: dalla donna in basso a sinistra che accorre verso il figlioletto caduto, al gallo sulla finestra, all’altra donna affacciata da un balcone per assistere alla scena. Più in lontananza scorgiamo i gondolieri al lavoro e alcune donne intente a chiacchierare a fianco dei panni stesi. Molto di quello che vediamo c’è ancora oggi a Venezia: dal pozzo ricavato da un capitello, alle case sulla destra, alla chiesa. Solo il campanile sull’altro lato del Canal Grande crollò nel 1744, dopo la realizzazione del dipinto, e non fu più ricostruito.

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Il quadro non è databile con precisione, ma la composizione, il colore denso e l’accurata esecuzione delle figure sono caratteristiche del primo Canaletto, verso il 1720. Il carattere informale della scena e la vista insolita attraverso il Canal Grande ci suggeriscono che la tela fu realizzata per un committente di Venezia piuttosto che per un visitatore straniero desideroso di portarsi a casa una cartolina patinata della città. Uno di quei committenti che non pagavano grosse somme, ma che amavano quadri in cui Canaletto poteva esprimere tutto il suo amore per Venezia una città capace di nascondere dietro belle facciate, decadenza e mistero.

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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