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Il cratere di Orvieto

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Il cratere di Orvieto
Il cratere di Orvieto

cratere di Orvieto

L‘opera che vediamo oggi nel dettaglio è un vaso dipinto, più precisamente un cratere a calice, risalente al 460 a.C. È stato ritrovato a Orvieto, ma oggi è esposto al Louvre di Parigi e per questo motivo si chiama appunto cratere di Orvieto. Come mai vi parlo proprio di questo vaso? dopotutto sia la forma che le partiture decorative sono abbastanza tradizionali. Ve ne parlo in effetti perché la rappresentazione è quanto mai complessa, organizzata su più registri. Su un lato vediamo Herakles e Athena insieme agli Argonauti, probabilmente durante una sosta della spedizione a Lemnos. Tra gli eroi si distinguono Aiace, Teseo, Peirithoos, oltre a Herakles.

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I protagonisti sono disposti su un fondo composto da piani di terreno posti ad altezze diverse. Gli atteggiamenti sono vari e le figure sono tutte fissate in pose diverse. Il senso di profondità è accennato in particolare dagli scudi posti generalmente di tre quarti. Sull’altro lato del vaso invece è rappresentato un episodio tratto dal mito dei Niobidi secondo il quale Niobe, una mortale, venne punita per aver paragonato i propri figli a quelli della dea Latona. Ovvero li paragonò ad Apollo e Artemide che qui saettano violentemente la punizione divina. Sullo sfondo di un paesaggio mosso e alberato vediamo anche i figli di Niobe: un giovane e una giovane sono a terra già morti, uccisi dai figli di Latona. Altri due giovani invece sono feriti.

Rispetto alla scena dell’altro lato questa è più varia e con una ricchezza di dettagli straordinaria e sorprendente. La scena è piena di personaggi e segue lo stile dell’artista Polignoto, uno stile naturalistico per rappresentare il mito. Una rappresentazione mitologica complessa e articolata in cui però emerge una mancanza di fusione tra i particolari raffigurati. Ad ogni modo colpisce la maturità di questo artista nel raffigurare con grande naturalezza i corpi, gli atteggiamenti e le pose di questi protagonisti del mito.

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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