
Pittore, autore di stampe e disegnatore, Camille Pissaro nacque nelle Indie Occidentali, in un’isola delle Antille, allora appartenenti alla Danimarca. Qui i suoi genitori, padre ebreo e madre creola, avevano un emporio ben avviato. La sua educazione di svolse in collegio, a Parigi, ma ritornò successivamente nei Caraibi e si stabilì in Francia solo nel 1855 dopo un piccolo “colpo di testa”. Deciso a dedicarsi interamente al disegno, contro il parere dei genitori, fuggì in Venezuela col pittore Fritz Melbye. Il padre accettò allora la sua vocazione di artista e lo mandò a studiare pittura a Parigi. Pissarro iniziò come autodidatta, ma studiò poi all’Ecole de Beaux-Arts e all’Academie Suisse e realizzò copie dal vero al Louvre.
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Nel 1859 incontrò Monet e con lui divenne una figura centrale dell’impressionismo. Pensate infatti che Pissarro fu il solo artista che espose a tutte le otto mostre degli impressionisti e fu rispettato come un padre dagli altri colleghi. In effetti aveva dieci anni in più rispetto agli altri membri del gruppo. L’artista all’epoca dipingeva soprattutto paesaggi tropicali, ma anche studi all’aperto nei dintorni di Parigi. Nel 1860 conobbe Ludovic Piette, che fu poi uno dei suoi amici più fedeli e che lo ospitò diverse volte con la famiglia nella sua proprietà di Montfoucault. Pur essendo un impressionista, Pissarro non fu mai disprezzato dagli
ambienti ufficiali. Benché esponesse al Salon des Refusés dal 1863, infatti fu regolarmente presente al Salon ufficiale dal 1864 al 1870, saltando in quest’arco di tempo solo un anno, il ’67.

Durante la guerra franco-prussiana del 1870-71 Pissarro raggiunse Monet in Inghilterra dove conobbe il mercante d’arte Durand-Ruel che gli comperò due tele. Tornato in Francia, ebbe la sgradevole sorpresa di trovare la sua casa saccheggiata e distrutte
moltissime tele che vi aveva lasciato. Nel 1872 si trasferì a Pontoise, dove insegnò a Cezanne come dipingere all’aperto. Dal 1874 visse in Normandia anche se dobbiamo dire che l’artista continuò a viaggiare molto. A capo di una numerosa famiglia, Pissarro ebbe gravi difficoltà finanziarie nel 1878 e per la prima volta il suo naturale ottimismo fu scosso. Ma le cose cambiarono gradualmente anche grazie al mercante Durand-Ruel che gli dedicò una mostra che ebbe un certo successo presentandolo a un pubblico più vasto.

Nel 1885 incontrò Seurat e per un certo periodo sperimentò la nuova tecnica pittorica del puntinismo. Verso il 1890 ritornò allo stile impressionista, ma con pennellate più libere. Da questo momento Pissarro cominciò a guadagnare molto e verso la fine della sua vita raggiunse un successo notevole tra Germania, Stati Uniti e Francia. Dal 1895 però Pissarro dovette fare i conti con la vecchiaia. Un peggioramento alla vista gli impedì di continuare a dipingere all’aperto e così molte delle sue ultime opere sono scene urbane di Parigi e di altre città, fissate dalla finestra di un albergo o di una pensione.
Dobbiamo anche aggiungere che Pissarro non fu solo un abile paesaggista. Dipinse infatti molti altri soggetti, compresi ritratti, nature morte e scene di genere. Oltre a dipinti e disegni produsse moltissime stampe e si cimentò in varie tecniche, a volte mescolandole. Un artista sempre interessato a tutte le tecniche nuove. Pissarro ebbe ben cinque figli pittori. Il più importante di questi fu Lucien che prese parte anche all’ultima mostra degli impressionisti e partecipò con Seurat al secondo Salon des Independants. Lucien fu un importante illustratore e si trovò a dirigere una delle migliori case editrici d’arte di quegli anni tra il 1894 e il 1914: la Eragny Press.

A sua volta Lucien Pissarro ebbe una figlia di talento che portò avanti il gene artistico di famiglia. Orovida Pissarro, fu pittrice e autrice di stampe molto apprezzata. Si concentrò principalmente su soggetti animali e prese le distanze dallo stile impressionista e post-impressionista di suo padre e di suo nonno.
Beati coloro che vedono le cose belle in luoghi umili dove invece altre persone non vedono nulla.
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Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui
C.C.