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Il bacino di San Marco verso ovest, Canaletto

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Canaletto, Il bacino di San Marco verso ovest
Canaletto, Il bacino di San Marco verso ovest
il bacino di San Marco
Canaletto, Il bacino di San Marco verso ovest

Nel 1681 il letterato Filippo Baldinucci dava una definizione ben precisa di veduta. Parafrasando le sue parole, disegnare vedute è quello studio che fanno i pittori copiando dal vero panorami di città o di campagna. Lavorando a penna, a inchiostro o ad acquerello e ritraendo paesi, abitazioni, città, fiumi e molto altro ancora. In Olanda già nel Seicento il genere della veduta era divenuto totalmente autonomo rispetto ad altri genere. Ma fu nel Settecento che si diffuse molto perché in questo secolo, la moda del Grand Tour, portò i viaggiatori stranieri ad acquistare piccole vedute come souvenir. A Venezia, meta frequente dei viaggi di intellettuali e collezionisti, la richiesta di queste opere era altissima.

Tra gli artisti che praticarono questo genere a Venezia, sicuramente Canaletto fu uno dei più bravi e acclamati. A Canaletto piacevano soprattutto le cosiddette vedute scientifiche, cioè rappresentazioni fedelissime alla realtà. Più vere del vero. Come possiamo ammirare in quest’opera, conservata al Museum of Fine Arts di Boston. Dipingere vedute come questa richiedeva un’ottima conoscenza delle leggi prospettiche, grazie alle quali era possibile ritrarre fedelmente e scientificamente un luogo. Canaletto per fare ciò si servì anche della camera ottica che permetteva di inquadrare prospetticamente l’area da ritrarre, facilitando il pittore.

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Qui in particolare l’artista, grazie all’uso della camera ottica, razionalizza la visione e moltiplica i punti di vista. E il risultato è di stupefacente ampiezza e monumentalità. Si tratta nello specifico di una veduta panoramica che rappresenta il bacino di San Marco, dal campanile della basilica con la Biblioteca Marciana a sinistra, fino alla Giudecca a destra. Il fatto che stiamo osservando un istante oggettivo, razionale e conoscibile è confermato dalla chiarezza didascalica dei dettagli. Nulla in questa veduta è superfluo o dispersivo o peggio ancora inutilmente descrittivo.

Canaletto con tutto l’affetto per la sua città, ne coglie un istante di vita. Vediamo con chiarezza le barche mercantili e le gondole che portano lo sguardo verso gli edifici realizzati con precisione lungo la riva. Chiaramente identificabili sono le complessità gotiche del palazzo del Doge a sinistra e la chiesa di San Giorgio Maggiore a destra. Una vasta nube bianca occupa il cielo luminoso e si riflette sulla distesa d’acqua della laguna. Lo spazio dilatato e la luminosità diffusa fanno di quest’opera una delle più belle ed emozionanti dell’artista.

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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