
Jacques-Louis David, pittore francese di ritratti e quadri di soggetto storico fu il più grande artista neoclassico e uno dei più influenti sull’arte Europea dell’epoca. Un’esigenza di rigore etico lo spinse a una radicale riforma dell’arte. David guardò all’arte antica, greco-romana, recuperata come modello di virtù, di giustizia e di bellezza. Iniziò la sua carriera nello studio del pittore Vien, a partire dal 1776, e nello stesso anno diventò studente dell’Accademia Reale.
Nel 1774 vinse, al quinto tentativo, il Prix de Rome e negli anni successivi andò in Italia dove rimase fino al 1780. Furono cinque anni in cui l’artista non produsse molto, ma poté vivere molte esperienze che saranno fondamentali.
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Durante questo periodo abbandonò lo stile rococò e ne elaborò uno proprio, eroico, derivato dalle statue antiche e dall’ammirazione che David nutriva nei confronti di Raffaello e Poussin. Scoprì l’arte italiana, studiò la scultura antica e il classicismo seicentesco. Fu anche attratto da Caravaggio che per lui divenne un modello etico ed estetico. Dopo il ritorno a Parigi diventò il pittore del momento, non solo per la maestosità e dignità delle sue opere, ma anche per la sua serietà morale, in sintonia con lo spirito del tempo. Lo stile rococò era associato all’aristocrazia, alla famiglia reale, alla frivolezza della corte, in quegli anni decisamente impopolari in Francia. Al contrario i dipinti austeri e neoclassici di David erano visti come l’espressione di un cambiamento.

Il giuramento degli Orazi è considerato il manifesto del neoclassicismo francese, di cui David rappresentava il massimo esponente. Il pittore vedeva, nel recupero del mondo antico, la chiave per ristabilire modelli di virtù, giustizia e bellezza in una Francia che, alla fine del settecento, stava attraversando un periodo di profonda crisi. Del resto David partecipò attivamente alla rivoluzione. Come deputato nella Convenzione votò la morte del re, fece parte del Comitato di salute pubblica. Riformò l’insegnamento e le istituzioni artistiche dopo aver ottenuto la soppressione dell’Accademia e si occupò di musei e teatri.
Dopo la rivoluzione del 1789 David fu coinvolto attivamente dalla politica e usò la sua arte direttamente come propaganda.

Realizzò progetti per manifestazioni rivoluzionarie e tra i suoi quadri dell’epoca dipinse le immagini di tre martiri della rivoluzione: La morte di Lepelletier, andato distrutto, La morte di Marat e il non finito La morte di Barra.
Dopo la caduta di Robespierre David venne incarcerato per averlo sostenuto e per poco scampò alla ghigliottina. Fu rilasciato per intercessione della moglie che aveva divorziato da lui proprio a causa delle simpatie rivoluzionarie del marito.
Nel frattempo Napoleone aveva riportato l’ordine in Francia e David ripose in lui la propria fiducia e divenne uno dei principali artisti che rappresentarono la sua vita e ne plasmarono la leggenda. In cambio Napoleone lo ricoprì di onori, tra cui nel 1804 la carica di primo pittore.
Le commissioni di Napoleone a David comprendono ritratti e un progetto per una serie di quattro dipinti imponenti sulla sua vita di cui solo due sono stati realizzati: L’incoronazione di Napoleone e La presentazione dello stendardo con l’aquila. L’artista diede così un contributo fondamentale alla diffusione in tutta Europa dell’immagine eroica di Bonaparte.
Dopo l’ultima sconfitta di Napoleone nel 1815, David, fedele sostenitore dell’impero, lasciò la Francia e si trasferì a Bruxelles nel 1816. Aveva quasi 70 anni e si spense pochi anni dopo, nel 1825. Il governo francese rifiutò la sua salma, che venne sepolta a Bruxelles: solo il cuore si trova a Parigi, nel cimitero Père Lachaise, accanto alla moglie.

Grande pittore di storia, notevole ritrattista ha un posto fondamentale nell’evoluzione della pittura del XIX secolo, che non si spiegherebbe senza le profonde risonanze della sua arte e le reazioni che essa provocò. Ha lasciato il segno nella produzione artistica negli anni dell’impero napoleonico e poi della Restaurazione. E nel frattempo la sua arte evolveva verso effetti sempre più grandiosi. Il mondo classico divenne non più fonte di ispirazione etico-politica, ma si trasformò in rievocazione nostalgica. David ebbe anche numerosi allievi che sostenne sempre e forse fu l’ultimo pittore ad avere un così grande seguito.
Dare un corpo e una forma perfetta ad un pensiero. Questo e solo questo è essere un artista.
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C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui