La fattoria, Joan Mirò

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La fattoria
Joan Mirò, La fattoria

Ed eccoci a una nuova opera, La fattoriache voi stessi avete votato di più tra quelle dell’artista Joan Mirò, in occasione del sondaggio realizzato nella ➡community di Artesplorando su Facebook. Il dipinto, oggi conservato alla National Gallery of Art di Washington D.C., prima di giungere al museo appartenne a un importante scrittore e giornalista entrato nella storia: Ernest Hemingway. Lasciata poi in eredità alla sua quarta moglie, Mary Welsh Hemingway, l’opera verrà donata negli anni Ottanta al celebre museo di Washington D.C. Ma vediamo ora nel dettaglio La fattoria e andiamo alla scoperta delle storie che ci può raccontare, partendo da un po’ di storia dell’artista.

Joan Miró si trasferì da Barcellona a Parigi nel 1920, deciso a partecipare all’avanguardia artistica che si stava delineando nella capitale francese. Tuttavia l’artista rimase profondamente legato alla sua Catalogna natia, e tornò ogni estate nella fattoria della sua famiglia nel villaggio di Montroig. Nel 1921, decise di realizzare un dipinto di questa fattoria, che in seguito considerò come una delle opere chiave della sua carriera. La fattoria rappresenta una brillante fusione di un realismo intenso, se vogliamo anche primitivo, con il vocabolario formale del cubismo. L’avanguardia cubista stava proprio diffondendosi in quegli anni a Parigi promettendo una vera e propria rivoluzione dell’arte. Un modo completamente diverso di rappresentare la realtà.

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Il dipinto è un compendio di dettagli separati, ciascuno attentamente osservato e descritto con precisione. Gli animali, gli attrezzi da lavoro, le piante … Questo realismo dettagliato, tuttavia, è accompagnato dalla tendenza a semplificare gli elementi in forme geometriche astratte. Inoltre lo spazio nell’opera è definito da un piano terra che si inclina nettamente verso l’alto. Le singole forme sono inclinate allo stesso modo, rappresentate parallele al piano dell’immagine. Uno stile quasi naif che ci ricorda il modo semplice di disegnare adottato dai bambini. Verso la metà degli anni Venti Miró abbandonò il modo realistico di dipingere che vediamo qui per creare uno stile surrealista più astratto. Tuttavia i singoli elementi della fattoria continuarono ad apparire nell’opera di Mirò e l’intensità che ritroviamo in questo dipinto rimase una caratteristica fondamentale per tutta la sua arte successiva.

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Allora, vi è piaciuta quest’opera? Conoscevate già Mirò? Scrivetemi impressioni, pareri, suggerimenti e rimanete ancora con me su Artesplorando 🙂

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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