
Secondo il Libro della Genesi, al devoto Lot e alla sua famiglia fu consigliato dagli angeli di fuggire dalla città di Sodoma. Questo ovviamente prima che Dio la distruggesse per spazzare via il peccato che la possedeva. La moglie di Lot, come forse molti di voi sapranno, disobbedì al comando di Dio che la avvertì di non guardare indietro verso la città in fiamme e fu trasformata in una statua di sale. Infatti lei e la distrutta Sodoma possono essere viste sullo sfondo di questo dipinto. Lot e le sue figlie è un’opera di Artemisia Gentileschi che qui vedremo nel dettaglio, conservata al Toledo Museum of Art. Ma cosa rappresenta esattamente? Beh la storia in effetti è un po’ scabrosa e incestuosa. Credendo che la loro famiglia fosse l’ultima sopravvissuta sulla terra, le figlie di Lot pensarono di dare un futuro alla razza umana facendo ubriacare il padre per sedurlo. Avete capito bene!
Artemisia mostra Lot proteso verso una delle sue figlie, con in mano un bicchiere di vino mentre si appresta ad abbracciarla. La sua gamba mezza scoperta e il piede nudo sono i segnali di un evidente stato di ubriachezza. L’artista evidenzia sottilmente le conseguenze dell’ubriachezza di Lot e lo fa collegandolo alla figlia più a destra non solo attraverso il contatto fisico, ma anche attraverso le pose parallele. Gli artisti trattavano spesso il soggetto di Lot e delle sue figlie come una scena torbida. Un padre, grottescamente ubriaco, incoraggiato a compiere l’incestuoso gesto dalle sue figlie lussuriose e seducenti. La Gentileschi tuttavia limitò l’aspetto sessuale della storia, dando alle sue figure più dignità e una più profonda interazione psicologica. Come spesso succede quindi questa talentuosa artista dà la sua interpretazione personale di un episodio a volte banalizzato.
Artemisia lavorò a Roma, Firenze e Venezia, ma si trovava a Napoli quando dipinse Lot e le sue figlie. Figlia del pittore Orazio Gentileschi (1563-1639), raggiunse un livello di successo senza precedenti per un’artista donna in un’epoca dominata dagli uomini. Le sue potenti figure, i colori intensi e le composizioni drammatiche la resero famosa e richiesta da committenti in tutta Europa. Questo dipinto entrò nella collezione di Toledo, capoluogo della contea di Lucas nello Stato dell’Ohio, negli Stati Uniti, come opera del pittore napoletano Bernardo Cavallino (1616-1656?). Un artista che a volte collaborò con la Gentileschi. Recenti studi ed esami approfonditi però hanno portato alla riattribuzione di questa elegante tela come un capolavoro della stessa Gentileschi.
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C.C.
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