Ritratto di Chaim Soutine, Amedeo Modigliani

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Ritratto di Chaim Soutine
Amedeo Modigliani, Ritratto di Chaim Soutine, 1917

Nato nel 1884 a Livorno da una famiglia aristocratica, Amedeo Modigliani si stabilì nel quartiere di Montmartre a Parigi nel 1906. Qui iniziò a dipingere influenzato sia dallo stile del periodo Blu di Picasso che dalla struttura pittorica del tardo Cézanne. Nel 1909 conobbe Constantin Brancusi e iniziò a concentrarsi sulla scultura. Infatti i tratti sottili e i riferimenti all’arte africana, che vediamo nella serie delle teste scolpite da Amedeo tra il 1909 e il 1914, riflettono chiaramente l’influenza di Brancusi. Possiamo dire che, sia come pittore e sia come scultore, Modigliani si concentrò molto sulla ritrattistica. Sebbene l’artista abbia abbandonato la scultura tra la fine del 1913 e l’inizio del 1914, per tornare alla pittura, il suo stile non cambiò molto.

Nei dipinti ritroviamo gli stessi lunghi colli e i caratteri fisionomici schematizzati che già Amedeo aveva introdotto nelle sue sculture. Modigliani però è diventato celebre anche per una serie di nudi languidi, alcuni dei quali esposti nel 1918 alla Galleria Berthe Weill a Parigi e di cui in passato già vi ho parlato. Una mostra entrata nella storia e chiusa dalla polizia per motivi di oscenità. Modigliani morì di meningite tubercolare, aggravata da droghe e alcol, in un ospedale di Parigi nel 1920. Ma quante opere ci ha lasciato! Ritratto di Chaim Soutine, non è un semplice ritratto, ma è un vero e proprio documento che apre uno spiraglio sulla vita e sulle frequentazioni del pittore a Parigi.

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Undicesimo figlio di un sarto ebreo russo, Chaim Soutine (1894-1943) fu salvato dalla povertà e da una vita di abusi da un rabbino che riconobbe il suo talento e lo mandò a scuola d’arte, prima a Minsk, poi a Vilna. Soutine arrivò a Parigi all’età di 17 anni nel 1911-1912 e incontrò Modigliani a Montparnasse nel 1914 circa. Presto tra i due nacque una profonda amicizia e Modigliani dipinse più volte il ritratto del giovane. Il modo di dipingere indisciplinato e spontaneo di Soutine era molto diverso da quello di Amedeo. In effetti l’artista livornese, per descrivere il suo stato di ubriachezza, una volta disse: “Tutto danza intorno a me come in un paesaggio di Soutine”. L’elegante Modigliani era protettivo nei confronti del rozzo Soutine, di 10 anni più giovane di lui. Nel 1916 lo presentò al suo mercante, Leopold Zborowski, esortandolo ad aiutare il giovane artista.

Mentre molti dei ritratti di Modigliani sono stilizzati, quasi caricaturali e impersonali, con gli occhi spesso lasciati in bianco, in questo dipinto le cose cambiano. Tutto sembra riflettere la simpatia che l’artista nutriva nei confronti di Chaim. Il ragazzo siede davanti a noi con i capelli arruffati e gli abiti sgualciti. Le mani sono appoggiate goffamente in grembo. Il naso si allarga sul suo volto mentre lo sguardo è fisso fuori dall’inquadratura. Gli occhi semichiusi, uno leggermente più alto dell’altro, hanno le pupille. È il ritratto di un giovane artista squattrinato e forse un po’ disperato. Aspetti nei quali Modigliani stesso si identificava, vivendo a Parigi come un povero artista. Ma al di là di tutto possiamo dire che questo ritratto riflette il posto speciale che Soutine aveva conquistato negli affetti del più anziano Amedeo.

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Allora, vi è piaciuta quest’opera? conoscevate già Modigliani? scrivetemi nei commenti opinioni, pareri, e ditemi cosa ne pensate di questo grande artista 🙂

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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