
Quando quest’opera venne presentata all’esposizione berlinese del 1873, suscitò scalpore e violente reazioni. La Cleopatra morente rappresentata da Arnold Bocklin è una femme fatale ispirata all’artista dalla nuova ondata di egittomania suscitata dall’apertura del canale di Suez, avvenuta nel 1869. Ma cos’è che fece tanto scalpore? cosa c’è che non va in questo piccolo dipinto conservato oggi al Kunstmuseum di Basilea? Molti criticarono il modo in cui la testa di Cleopatra tocca il bordo superiore della tela, sbilanciando la composizione. Altri ritenevano che l’ombra profonda sul viso e la spessa cornice del dipinto dessero l’impressione di una figura in scatola. I critici inoltre sottolinearono i colori dissonanti, poco armonici che, a loro parere, spingevano lo spettatore ad allontanarsi dal dipinto.
Al di là di tutto ciò, sicuramente questa è un’opera conturbante ed inquietante. Rimaniamo colpiti dall’intensa drammaticità del dipinto che raggiunge il massimo grado espressivo nel velo d’ombra che scende sul volto della regina morente. Bocklin si ispirò ad altri dipinti e in particolare ad alcune opere di Guido Reni che forse l’artista ebbe modo di vedere nel suo viaggio in Italia, a Roma e a Firenze. Rispetto però a tutti i riferimenti precedenti, Bocklin riesce a creare un forte senso di mistero e di inquietudine. L’enigmatica oscurità dello sfondo sembra inghiottire la protagonista ed elimina quasi tutti i dettagli. Unico elemento decorativo è il prezioso cuscino su cui Cleopatra affonda. Intravediamo la serpe, arma del suicidio, e un velo trasparente copre in parte il corpo della donna. Quasi come un sudario.
Il forte contrasto tra luce e ombra sembra qui usato in maniera simbolica. Rappresenta forse la metafora del trapasso. La luce è il presente, l’ombra l’aldilà e la regina si trova proprio a metà strada, posta in diagonale fra il primo piano illuminato e lo sfondo cupo. Come spesso riesce a fare, Bocklin evoca in noi forti emozioni. Il languido corpo pallido di Cleopatra ci conduce sulla soglia tra vita e morte. Una soglia allo stesso tempo terribile, misteriosa, ma anche molto affascinante.
Continua l’esplorazione …
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C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui