
Oggi si moltiplicano, articoli, pubblicazioni e nascono perfino mostre dedicate al lato B dell’arte. Ma questo interesse per il retro dei dipinti ha delle origini ben precise. Cornelis Norbertus, pittore originario di Anversa, realizzò tra il 1670 e il 1675 un’opera veramente rivoluzionaria. Si tratta di un piccolo dipinto a olio su tela, oggi conservato al Museo nazionale di Copenaghen. Possiamo definirla una natura morta? o un genere particolare di trompe-l’oeil? sicuramente incarna una scelta trasgressiva. Per la prima volta nella storia dell’arte un artista scelse di rappresentare il retro di un dipinto su di un dipinto. Una riflessione sulla pittura che pensa a sé stessa, che si auto rappresenta.
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Ma chi era Cornelis Norbertus? L’artista divenne membro della gilda di San Luca ad Anversa nel 1659 e pittore della corte di Copenhagen tra il 1670 e il 1672. Nelle sue numerose nature morte illusionistiche sono raccolti gli oggetti più diversi. Accanto a disegni nelle sue opere troviamo rappresentate incisioni, libri, lettere, strumenti musicali, utensili per dipingere e per scrivere. Spesso oggetti di vario tipo sono appesi contro un muro o una finestra, oppure disposti in una nicchia o su un tavolo per metà coperto da un drappo. Ma qui senz’altro l’artista superò sé stesso, nella scelta del soggetto e in come è riuscito a dipingerlo.
Cornelis da bravo nordico realizzò il retro di una tela cogliendo ogni dettaglio. Vediamo le venature del legno che costituisce il telaio con le ombre proiettate. Osserviamo piccoli nodi e difetti del legno, ma anche la trama e l’ordito che costituiscono la tela. L’artista ha incluso anche i chiodi usati per bloccare il telaio a una cornice. Ma forse il più grande virtuosismo consiste proprio in quel cartellino inventariale che non è completamente attaccato alla superficie della tela. Lo vediamo dall’angolo sollevato e arricciato. Certo, l’artista si dedicò anche ad altre nature morte e trompe-l’oeil, ma qui realizzò un’opera fuori dall’ordinario. Cornelis ci inganna realizzando ciò che dovrebbe esserci dietro al dipinto e facendo così mette in luce il supporto, la sua importanza, aprendo a una serie di riflessioni che gli artisti porteranno avanti fino alla contemporaneità.
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Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui
C.C.