La battaglia di Isso: colore e movimento al servizio della storia

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battaglia di IssoImmaginate la meraviglia quando fu scoperto questo capolavoro. Era il 24 ottobre del 1831 e nella Casa del Fauno a Pompei emerse lo splendido mosaico con la battaglia di Isso. La celebre battaglia vide la vittoria di Alessandro Magno contro il re persiano Dario III. Pensate però che si tratta di una copia. Mi spiego. I romani del IV-III secolo a.C. copiarono una pittura ellenistica di grandi dimensioni, realizzandola però con la tecnica del mosaico. E gli artisti che lo realizzarono lo fecero in maniera virtuosistica, utilizzando delle tessere piccolissime, di massimo 3 mm di lato. Ciò permise l’imitazione della pittura, evitando quella discontinuità nel tessuto cromatico e lineare che di solito vediamo nei mosaici.

Scendendo nel dettaglio della scena, la battaglia vede come protagonista Alessandro a cavallo che trafigge con una lunga lancia un dignitario persiano. Sul carro reale re Dario si volge verso di lui con un gesto di dolore. Osservate come i mosaicisti siano riusciti a creare effetti di chiaroscuro e riflessi con grande maestria. Lo vedete bene nel manto lucente dei due cavalli in primo piano. Nell’immagine compaiono pochi colori, il bianco, il nero, varie gamme di ocra, i bruni e il rosso, che sono quelli tradizionalmente usati dai pittori greci della classicità. Ma non finisce qui. Restiamo sorpresi dal sorprendente scorcio spaziale e prospettico. Sappiamo in effetti che già gli antichi greci avevano scoperto lo scorcio, ovvero la rappresentazione in prospettiva di un corpo in posizione obliqua rispetto al piano di fondo.

Oltre all’andamento orizzontale ritroviamo molti elementi che ci fanno intuire il senso di profondità. Il cavallo al centro della scena, le armi abbandonate al suolo, le lance in secondo piano che si piegano verso la figura di Alessandro. Sono tutte coerenti soluzioni spaziali. A tutto ciò si aggiungono i dettagli finissimi come le vesti sontuosamente decorate o i riflessi e baluginii delle armi. Oppure ancora gli sguardi invasati o atterriti degli uomini e degli animali. Ecco quindi che viene naturale chiedersi quali livelli eccelsi erano riusciti a raggiungere gli antichi con la tecnica pittorica. Ad ogni modo l’effetto complessivo è quello di un avvolgente senso di movimento, di rumori di battaglia, di schianto d’armi e di nitriti di cavalli.

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C.C.

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