Sera di primavera, Arnold Bocklin

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Sera di primavera
Arnold Bocklin, Sera di primavera

Nelle opere di Arnold Bocklin difficilmente troverete protagoniste divinità nobili come Apollo o Venere. Questo perché l’artista amava particolarmente gli dei e i semidei della natura. Mi riferisco ad esempio a ninfe, driadi, tritoni, centauri e fauni. Tutti esseri che incarnano le forze elementari e demoniache del mondo, come Pan che troviamo al centro di questa Sera di primavera. Pensate che il dio ancestrale appare per la prima volta nelle opere di Bocklin nel 1854 e non abbandonerà più l’artista fino alla fine della sua vita. Il dipinto che vedete qui risale al 1879 ed è conservato a Budapest, al Szepmuveszeti Muzeum. Ma come mai Pan colpì in maniera così particolare l’immaginazione del pittore?

Beh non poteva essere altrimenti perché Bocklin fu sempre molto affascinato dalla natura e Pan ne rappresenta proprio l’incarnazione. Lui è la materializzazione delle forze occulte della genesi, le cui componenti istintive e irrazionali sono simboleggiate dal suo aspetto d’uomo-capro. In Sera di primavera, il dio è impegnato a suonare la sua siringa a sette canne, simbolo dell’armonia cosmica. Ha un’espressione assorta ed è sdraiato su una roccia ricoperta da un manto di fiori primaverili. Alle sue spalle due driadi ascoltano il suono dello strumento tra gli alberi. La musica unisce le due parti del dipinto: le driadi a sinistra che incarnano gli spiriti della terra e Pan a destra.

Nelle opere di Bocklin le suggestioni provenienti dal rinascimento e dal mito in generale, si colorano di malinconia. La primavera che vediamo nell’opera, seppur variopinta e leggera, appare come una stagione fuggevole, destinata a lasciare posto all’estate e poi all’autunno. Il rapporto bellezza-morte in effetti è ricorrente nell’opera dell’artista e si ricollega al concetto di natura ispiratrice e distruttrice. Burckhardt, storico svizzero amico di Bocklin, era convinto che ciò che è più bello in terra deve tramontare nell’arte come nel mondo degli uomini. La morte preferisce cibarsi di ciò che è meraviglioso.

Continua l’esplorazione …

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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