L’opera è il primo gruppo scultoreo di dimensioni monumentali realizzato da Gian Lorenzo Bernini per la villa di Scipione Caffarelli Borghese. Il tema che rappresenta è la fuga da Troia di Enea dopo la sconfitta della città da parte del popolo degli Achei. L’eroe troiano fu costretto a scappare con il padre Anchise sulle spalle, accompagnato dal figlioletto Ascanio e dalla moglie Creusa che però non è rappresentata nel gruppo scultoreo. Anchise tiene con la mano sinistra l’urna contenente le ossa degli avi e Ascanio sorregge il fuoco eterno di Vesta.
L’episodio è tratto dal Secondo Libro dell’Eneide di Virgilio, poeta romano molto amato da studiosi, intellettuali e artisti. Enea, principe per metà divino, abbandonò Troia, nell’odierna Turchia, per giungere in Italia, dando vita alla stirpe romana. L’episodio mitico aveva un significato storico e religioso molto importante all’epoca di Bernini. L’impero, così trasferito a Roma, sarebbe diventato quello della Chiesa e del papato.
Nelle figure del padre, del figlio e del nipote ritroviamo un motivo spesso trattato in pittura e cioè le tre età dell’uomo. In effetti Enea e Anchise, con la loro unione di gioventù e vecchiaia, vanno visti in rapporto al ruolo politico del cardinale Scipione Borghese. Con la sua forza egli era in grado di sostenere l’anziano zio, papa Paolo V. E dopotutto il nome stesso di Scipione aveva implicito questo scopo, perché in latino “scipio” significa proprio bastone a cui appoggiarsi. Il problema fondamentale che quest’opera pose a Bernini fu la rappresentazione di Anchise sulle spalle di Enea. La difficoltà era di natura statica e già altri artisti se ne erano occupati. Antonio Pollaiolo nel realizzare il suo Ercole e Anteo, e Leonardo da un punto di vista teorico.
Se ti piace il blog, seguilo anche su Twitter 👇👇👌
Nell’Eneide Virgilio non spiega come il padre poggiasse sulle spalle del figlio e Bernini affrontò la sfida di rappresentare un uomo che ne trasporta un altro, una sfida completamente vinta. Vi invito a notare l’abile virtuosismo di Gian Lorenzo Bernini nel rendere la pelle diversa dei tre soggetti. Vellutata e morbida nel bambino, vigorosa e tesa in Enea, molle e raggrinzita in Anchise. Chi si trova davanti a quest’opera è portato a immedesimarsi nella scena, arrivando a viverla come se fosse anch’egli uno dei protagonisti dell’episodio. Forse vi sentirete anche voi parte integrante dell’azione, fino a percepire la preoccupazione dei protagonisti e il pericolo che stanno correndo.
Continua l’esplorazione …
Ti è piaciuta l’opera? conoscevi già Bernini? rimani ancora con me e dai un’occhiata agli altri post dedicati all’artista. Scrivimi se vuoi anche le tue impressioni nei commenti 👇👇👌
Letture consigliate
Bernini per Giunti Editore http://amzn.to/2FZ8JfO
La libertà di Bernini. La sovranità dell’artista e le regole del potere http://amzn.to/2FTow3z
Geni rivali. Bernini, Borromini e la creazione di Roma barocca http://amzn.to/2IEn8j3
C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui