La Verità, Gian Lorenzo Bernini

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La Verità
Gian Lorenzo Bernini, La Verità

A differenza delle altre opere di Gian Lorenzo Bernini che ammirate a Galleria Borghese, La Verità non fu realizzata a seguito di una commissione, ma l’artista la fece per sé. Nel suo testamento, infatti, Bernini lasciò scritto il desiderio che la statua rimanesse sempre in famiglia, nella casa del primogenito dei suoi discendenti. È una delle opere marmoree più emotivamente espressive di Bernini, anche se meno conosciuta rispetto ai suoi molti capolavori. L’artista cominciò a lavorarci in un momento di personale difficoltà, dovuto alle accuse contro il suo operato a San Pietro: infatti il campanile posto sulla facciata della Basilica e progettato da lui venne demolito per problemi di stabilità. Quindi, forse, lo scopo originario di questa scultura fu una rivendicazione personale di Bernini per le umiliazioni subite, sperando che con il tempo la verità sarebbe emersa, dandogli ragione.

L’analisi dell’opera

La statua doveva far parte di un complesso scultoreo comprendente anche la figura del Tempo in volo, nel ruolo di distruttore implacabile e rivelatore della verità, ma l’insieme di statue non fu mai portato a termine. Bernini realizzò La Verità come una donna sorridente seduta su un’enorme roccia, con in mano il sole e il globo terrestre sotto il piede. Il suo formato eccezionale ha un significato simbolico, in quanto essa sovrasta ogni misura umana. La verità può essere dura e spietata, ma Bernini la raffigura ironica, traboccante di poesia e leggerezza. Il suo corpo è imponente, ma privo di rigidità, e si adagia sinuoso sulla roccia. Il contrasto tecnico, tipico dello stile di Michelangelo, tra parti ben lucidate, e altre lasciate volutamente grezze, genera chiaroscuri e quindi movimento. La luce si riflette sulle zone lisce, mentre si spegne contro le superfici ruvide, producendo un effetto ottico che dona vita alle forme.

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Dopo la morte di Bernini, il grande blocco che avrebbe dovuto essere utilizzato per il Tempo fu venduto dalla famiglia: pensando infatti alla difficoltà dei trasporti, lo scultore aveva progettato due blocchi componibili. L’opera fu conservata dagli eredi nel palazzo di Bernini, in via della Mercede a Roma. Solo nel 1924 fu depositato presso la Galleria Borghese e, in seguito, acquistato. Sebbene non sia finita, La Verità svelata dal tempo, è forse l’espressione più personale dell’artista e sicuramente una delle più emozionanti sculture della scuola barocca.

Continua l’esplorazione …

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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