San Girolamo, Caravaggio

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San Girolamo
Caravaggio, San Girolamo

Questo dipinto fu eseguito da Caravaggio per Scipione Borghese, ormai fedele ammiratore dell’artista. Fu tra le prime opere dell’arista a entrare a far parte della collezione del potente cardinale. Probabilmente Caravaggio volle ringraziarlo con questo dipinto per essere intervenuto nel risolvere alcuni suoi guai giudiziari. Il pittore era infatti conosciuto per il suo temperamento impulsivo, facile allo scontro e all’ira che gli procurò molti problemi nel corso della sua breve vita. Protagonista del quadro è San Girolamo, eremita, dottore della Chiesa e autore della traduzione della Bibbia dall’ebraico al latino, la cosiddetta “Vulgata”. Il santo è molto frequente nei dipinti del periodo della Controriforma cattolica e infatti Caravaggio stesso eseguì almeno altre due tele con lo stesso soggetto. Una è conservata nella concattedrale di San Giovanni a La Valletta, nell’isola di Malta e l’altra nel monastero di Montserrat in Spagna.

Nell’opera ci colpisce la splendida rappresentazione della natura morta sul tavolo e il forte impatto cromatico dato dal mantello rosso che avvolge la figura del santo. Caravaggio descrive Girolamo come un anziano curvo sui libri delle Sacre Scritture, così ci appare più uno studioso che un penitente eremita quale fu. L’uomo infatti è concentrato nel suo lavoro di spiegazione critica del testo biblico, al fine di comprenderne a fondo il significato e divulgarlo a tutti i fedeli. La testa di San Girolamo, intenta alla lettura e all’interpretazione, si oppone simbolicamente alla vanità dei beni terreni, rappresentata dal teschio.

Vita e morte, passato e presente sembrano fronteggiarsi nel dipinto che si divide in due grandi campi di colore. L’uno caratterizzato dai toni caldi della pelle del santo e del suo mantello, l’altro dai toni freddi del libro aperto su cui campeggia il teschio e del drappo bianco. Noterete un’esecuzione molto rapida data da un’immediatezza nella stesura del colore, applicato con pennellate ben evidenti che potrebbe farci pensare a una tela lasciata incompiuta. Magistrale e tipico di Caravaggio è l’utilizzo della luce che irrompe in un ambiente appena accennato facendo emergere dal fondo i colori. Dal rosso passando per una varietà di marroni e arrivando al bianco. L’artista non si concede alle idealizzazioni estetiche nel raffigurare il santo, soffermandosi su dettagli come le rughe della fronte o la lunga barba grigia e incolta, consegnandoci un altro capolavoro di grande realismo.

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Letture consigliate

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➡ Caravaggio, Maurizio Calvesi http://amzn.to/2pASeP5
➡ Caravaggio segreto. I misteri nascosti nei suoi capolavori, Costantino D’Orazio http://amzn.to/2pfB1Of

C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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