Lo Scriba seduto o Scriba rosso è tra i più notevoli esempi d’arte egizia dell’Antico Regno. L’opera consiste in una statua di pietra calcarea dipinta che ritrae uno scriba al lavoro. La scultura venne ritrovata dall’egittologo francese Auguste Mariette a nord del Corridoio delle Sfingi del Serapeo di Saqqara, in Egitto, nel novembre del 1850. Lo scriba è seduto a gambe incrociate e il perizoma bianco, disteso sopra le ginocchia, gli fa da supporto per la scrittura. Con la mano sinistra tiene un papiro parzialmente srotolato. La mano destra molto probabilmente teneva uno stilo, ora scomparso. Ciò che colpisce di più in questa scultura è la realizzazione del viso con l’attento lavoro compiuto sugli occhi: questi sono composti da un minerale chiamato magnesite bianca e venato di rosso in cui è incorporata la pupilla in cristallo di rocca accuratamente lucidata.
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La parte posteriore del cristallo è ricoperta da uno strato di colla che crea il colore dell’iride e serve come adesivo. L’intero occhio viene tenuto fermo da due ganci di rame saldati sul retro. Un colpo di vernice nera disegna le sopracciglia. Mani, dita e unghie sono scolpite con notevole delicatezza. Sul petto i capezzoli sono stati realizzati utilizzando due tasselli di legno. La statua è stata pulita da un restauro nel 1998 che ha permesso di vedere quanto i colori sono ben conservati. La base semicircolare sulla quale siede lo scriba in origine rientrava in una base più ampia, oggi scomparsa, che includeva il suo nome e i suoi titoli. Ad oggi quindi non abbiamo alcun indizio circa l’identità del personaggio. La più convincente delle ipotesi sembra essere quella che associa la statua all’importante scriba Pehernefer.
D’altra parte, alcuni segni sul fondo dell’opera indicano che facesse parte di una scultura più grande, oggi scomparsa. L’insolita posizione in cui è rappresentato lo scriba al lavoro, potrebbe inoltre essere caratteristica dei membri della famiglia reale. Abbiamo forse a che fare con il figlio di un faraone? Probabilmente è un personaggio d’alto rango, ma per il momento il dubbio resta. Al di là di ciò questo straordinario manufatto artistico, oltre a farci capire il livello di qualità raggiunto dagli scultori egizi, diventa il simbolo di una società in cui la scrittura e la lettura erano considerate le basi della sapienza e dell’arte di governare.
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Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui
C.C.