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Campo di grano con corvi, Vincent van Gogh

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Campo di grano con corvi, Vincent van Gogh
Vincent van Gogh, Campo di grano con corvi
Campo di grano con corvi, Vincent van Gogh
Vincent van Gogh, Campo di grano con corvi

Ed eccoci a una nuova opera, Campo di grano con corvi, che voi stessi avete votato di più tra quelle dell’artista Vincent van Gogh, in occasione del sondaggio realizzato nella ➡community di Artesplorando su Facebook. Si tratta di uno degli ultimi dipinti dell’artista e risale al luglio del 1890, poco prima del suo ancora oggi per certi versi misterioso suicidio. Alcuni credono che mostri proprio il campo di grano in cui Van Gogh si uccise. Lo stesso artista scrisse una breve nota riguardante quest’opera:

Ritornato lì, mi sono messo a lavorare. Il pennello mi cadde quasi di mano … Non ho avuto difficoltà a esprimere la tristezza e l’estrema solitudine.

Il paesaggio che vediamo rappresentato è un frammento di campagna nei pressi di Auvers, comune francese situato nel dipartimento della Val-d’Oise nella regione dell’Île-de-France, sulla sponda destra del fiume Oise. Ma qui si va oltre il mero dato reale. Il paesaggio diventa un’espressione della disperazione dell’artista. Gli elementi naturali assumono un aspetto cupo e minaccioso. Il grano maturo non ondeggia dolcemente, ma sembra scosso da profondi tremiti. Quasi un fuoco impetuoso che divampa al centro della tela. Il cielo è scuro, attraversato da corvi neri che sembrano pugnalate di colore. Gli uccelli ci vengono incontro come fossero portatori di un messaggio di morte.

Anche la composizione ci inquieta. Non converge verso l’orizzonte, ma è spinta con forza in primo piano verso noi spettatori da tre sentieri accidentati. I due laterali scompaiono fuori dalla tela mentre quello centrale è troncato. Ci sentiamo quasi costretti, soffocati da questo paesaggio. Van Gogh nei suoi ultimi anni di vita lavorò a un ritmo forsennato, completando a volte uno o due dipinti al giorno. Lavorava anche nelle ore più calde del giorno e alcuni studiosi sono arrivati a ipotizzare che parte della sua follia fosse determinata da una forte insolazione. Un lavoro frenetico e continuo che vediamo riflesso in opere come questa in cui il pittore applicò il colore con violenza. Non c’è alcuno sforzo fatto per levigare la pittura e mescolare le varie tonalità. C’è solo un’esigenza incontenibile di riversare sulla tela emozioni, paure, angosce, con un’energia intensa e vibrante.

Continua l’esplorazione …

Allora, ti è piaciuta l’opera? la conoscevi già? scrivimi tutto nei commenti e rimani ancora con me qui su Artesplorando per saperne di più sull’artista.

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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