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Torso del Belvedere

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Torso del Belvedere

Torso del BelvedereIl famoso Torso del Belvedere si trova nel museo Pio Clementino in Vaticano. Al centro della cosiddetta Sala delle Muse, costruita dall’architetto Michelangelo Simonetti nel 1780 circa e affrescata sul soffitto da Tommaso Conca. La sala è dedicata ai marmi raffiguranti Apollo e le Muse ritrovati presso Tivoli nel 1775 durante gli scavi di una villa romana. Il celebre torso marmoreo, noto a Roma fin dal XV secolo, fece il suo ingresso nelle collezioni vaticane tra il 1530 e il 1536. In quello che rimane della statua è stato più volte riconosciuto Ercole, soprattutto perché la possente figura è seduta su una pelle, simbolo dell’eroe greco. Altre interpretazioni hanno proposto Marsia, Polifemo, Filottete, senza mai togliere completamente il dubbio che ancora oggi resta.

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Un’icona per gli artisti rinascimentali

L’ipotesi attualmente più accreditata lo identifica con l’eroe greco Aiace Telamonio nell’atto di meditare il suicidio. La statua è firmata sul masso: “Apollonio figlio di Nestore, Ateniese, fece”. Questa scultura fu al centro di un vero e proprio culto da parte dei maestri rinascimentali, primo fra tutti Michelangelo che vide una grande energia nei muscoli e nella posa del Torso. L’artista si ispirò molto a quest’opera, ponendola al centro della sua modernità: lo possiamo notare facendo un rapido confronto con gli Ignudi della Cappella Sistina. Una leggenda racconta che papa Giulio II ordinò a Michelangelo il completamento dell’opera con l’aggiunta degli arti e della testa, ma l’artista rifiutò giudicando il Torso troppo bello per essere modificato.

Torso del BelvedereNonostante sia molto danneggiata, la scultura sintetizza le tendenze estetiche dell’ellenismo. La ricerca di un’anatomia vigorosa, descritta in maniera precisa nella resa dei muscoli, accentuando dinamismo e sentimenti. Lo scultore ci dimostra di conoscere con precisione la struttura muscolare. Lungo il lato sinistro si individuano perfettamente l’addominale obliquo esterno, il dentato anteriore e il grande dorsale. Tutta la muscolatura appare in tensione, ma è in contrapposizione con la posa, nella quale non è possibile contrarre contemporaneamente tutti i muscoli. L’influenza del Torso nella storia dell’arte si spinse quasi fino ai giorni nostri e la ritroviamo anche nelle sculture del grande Auguste Rodin e nell’opera di Eugène Delacroix, che nel dipinto La barca di Dante, secondo quanto avrebbe dichiarato lo stesso pittore, modellò il corpo di Flegiàs sul Torso del Belvedere.

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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