Collezionisti critici e mercanti #7

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Collezionisti critici e mercanti
Paul Cassirer ritratto da Leopold Graf von Kalckreuth nel 1912

Nuovo appuntamento con l’imperdibile post dedicato alle persone che, pur non essendo artisti, hanno contribuito alla storia dell’arte. Collezionisti critici e mercanti. Si tratta di uomini e donne che hanno collezionato, commerciato, investito sull’arte e sugli artisti. Badate bene che, a differenza d’oggi, spesso queste persone lo facevano inseguendo un gusto o un progetto personale. Oppure semplicemente per una smania incontenibile di collezionismo. Senza pensare alle opere come mero investimento in grado di rendere nel tempo. A volte si trovarono a sostenere artisti su cui pochi avrebbero scommesso. Insomma troverete come al solito molte storie interessanti. Gli altri post li potete leggere seguendo il link ➡Collezionisti, critici e mercanti.

Paul Cassirer

Dopo aver studiato storia dell’arte a Monaco, dove conobbe molti artisti, fondò nel 1898 a Berlino, insieme al cugino Bruno, la Kunst und Verlagsbuchhandlung Bruno und Paul Cassirer. I due soci però si separarono nel 1901, e Paul iniziò così la sua attività di mercante di quadri. Fu molto amico di un altro celebre mercante, Durand-Ruel, il sostenitore degli impressionisti e svolse un ruolo importante nella diffusione della pittura impressionista in Germania. Nel periodo precedente alla prima guerra mondiale, vendette ai musei tedeschi capolavori come l’Après-midi des enfants à Wargemont di Renoir o la Casa di campagna a Rueil di Manet. Pensate che fu pure tra i primi mercanti a scoprire Van Gogh, realizzandone la prima mostra in Germania.

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Leo Castelli

Leo Castelli

Il nome di questo grande uomo è legato al successo della Pop Art. Inizialmente ebbe scarso successo negli affari, fino a quando, nel 1957, aprì a New York una galleria insieme alla moglie Ileana Sonnabend. Al principio si interessò ai pittori europei accanto ai quali figuravano De Kooning, Pollock e David Smith. Dal 1958 divenne un gallerista d’avanguardia presentando Johns e Rauschenberg. Il successo di questi due pittori richiamò altri artisti. Si presentarono alla sua galleria Lichtenstein, Warhol, Rosenquist, Frank Stella e molti altri. La galleria Castelli fu anche molto importante per lo sviluppo e la diffusione della Minimal Art.

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Charles-Philippe marchese di Chennevières-Pointel ritratto da Carolus-Duran

Charles-Philippe marchese di Chennevières-Pointel

Questa importante figura per l’arte ufficiale francese studiò in Provenza e in seguito viaggiò in Italia e nelle Fiandre. Entrò nell’amministrazione dei musei francesi nel 1846. Pochi anni dopo divenne l’organizzatore del salon e mantenne il ruolo fino al 1869. Molto amico dei Goncourt, scrittori e critici letterari, presto fu introdotto negli ambienti artistici della capitale. Scrisse numerosi studi sull’arte francese, in particolare un’opera fondamentale per la conoscenza della pittura francese nel XVII e XVIII secolo. Direttore dell’Ecole des beaux-arts nel 1873, si occupò della decorazione del Panthéon e intraprese l’Inventaire général des richesses d’art de la France. Alla fine della sua vita, realizzò le proprie memorie e descrisse la sua collezione di disegni. Fin da giovane infatti era stato collezionista attento a riconsiderare gli artisti francesi dimenticati o poco noti, spesso di provincia. La sua fu di fatto la più importante raccolta documentaria sul disegno francese del XVII e del XVIII secolo. Pensate che alla fine della sua vita conteneva quattromila disegni!

Alfred Chéramy

Si diceva di quest’avvocato parigino che avesse la mania dei quadri e dei disegni. In effetti fu un appassionato amatore, ma completamente privo di spirito sistematico. Acquistò sia opere italiane che spagnole che inglesi. In particolare possedeva numerose opere di Constable. Ma ancor più lo attirò la scuola francese del XIX secolo. La collezione comprendeva quadri di David, opere di Prud’hon, Géricault, Corot, Millet, Courbet, Degas, e soprattutto diverse opere di Delacroix. Tutta la collezione di questo piccolo-grande amatore privato fu venduta durante la sua vita, ma anche dopo la sua morte.

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Sir Alfred Chester Beatty

Alfred Chester Beatty

Questo ingegnere minerario riuscì a raccogliere una gran quantità di denaro che poi spese in parte in una sorprendente collezione. In particolare i viaggi di lavoro gli consentirono di coltivare l’interesse per i manoscritti miniati. Dal 1913 cominciò a raccoglierne, insieme a libri, quadri, incisioni e oggetti d’arte. La raccolta è ospitata dalla Chester Beatty Library, inaugurata a Dublino nel 1953 e più tardi lasciata in eredità alla nazione irlandese. Alfred aveva lasciato l’America nel 1911 e divenne cittadino britannico nel 1933. Nel 1950, insofferente per le restrizioni imposte dal governo inglese al trasferimento delle opere d’arte, si stabilì in Irlanda. Divenne cittadino onorario irlandese nel 1957, e trascorse da allora il suo tempo tra questo paese e le coste del Mediterraneo. Due elementi della collezione erano di speciale interesse: la serie dei manoscritti orientali, e i manoscritti dipinti medievali di origine occidentale.

C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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