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Collezionisti critici e mercanti #8

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Collezionisti critici e mercanti
Collezionisti critici e mercanti
Giovanni Battista Gaulli, ritratto di Fabio Chigi-papa Alessandro VII

Nuovo appuntamento con l’imperdibile post dedicato alle persone che, pur non essendo artisti, hanno contribuito alla storia dell’arte. Collezionisti critici e mercanti. Si tratta di uomini e donne che hanno collezionato, commerciato, investito sull’arte e sugli artisti. Badate bene che, a differenza d’oggi, spesso queste persone lo facevano inseguendo un gusto o un progetto personale. Oppure semplicemente per una smania incontenibile di collezionismo. Senza pensare alle opere come mero investimento in grado di rendere nel tempo. A volte queste persone si trovarono a sostenere artisti su cui pochi avrebbero scommesso. Insomma troverete come al solito molte storie interessanti. Gli altri post li potete leggere seguendo il link ➡Collezionisti, critici e mercanti.

Agostino Chigi detto il Magnifico

Personaggio centrale per la storia dell’arte. Giunto a Roma da Siena nel 1485, divenne ricco grazie allo sfruttamento dell’allume di Tolfa e alla gestione delle finanze papali. Tanto bravo che si aggiudicò il titolo di “gran mercante della cristianità”. Fu un grande mecenate e in particolare lo ricordiamo per aver fatto costruire, nel 1509 a Baldassarre Peruzzi, la villa della Farnesina. Villa romana che porta il nome del suo secondo proprietario, il cardinal Farnese e che oggi è sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei. La sua decorazione coinvolse i massimi artisti del suo tempo. Giulio Romano, Sebastiano del Piombo, Daniele da Volterra, Peruzzi e soprattutto Raffaello, che vi dipinse il Trionfo di Galatea e il ciclo di Amore e Psiche. Agostino in effetti fu uno dei grandi patroni di Raffaello, dopo Giulio II e Leone X. Gli commissionò gli affreschi della chiesa di Santa Maria della Pace, e gli affidò l’intera ideazione, architettonica e decorativa, della sua cappella funeraria in Santa Maria del Popolo. Fu solo il primo di una famiglia che nell’arte avrà un certo peso.

Fabio Chigi

Nel 1655 il cardinal Fabio Chigi divenne papa col nome di Alessandro VII. Colto, letterato, appassionato d’arte e grande costruttore, Fabio Chigi fu protettore di Pietro da Cortona e, soprattutto, di Bernini, che sotto il suo pontificato produsse le proprie opere più importanti. Ricordiamo infatti il colonnato di San Pietro, la Scala Regia, la cattedra di San Pietro, la chiesa di Ariccia ed infine la tomba del pontefice nella basilica vaticana. Quest’uomo riunì a palazzo Chigi in piazza Colonna a Roma le sue raccolte di pittura, comprendenti quadri di Garofalo, Guercino, Caravaggio, Mazzolino, Dosso Dossi e Sodoma. Una collezione straordinaria in parte passata dal 1918 alla Galleria Barberini di Roma. Ma un altro membro della famiglia diede il suo contributo all’arte. Il nipote di Fabio, il cardinal Flavio Chigi, fece ristrutturare il palazzo di piazza Santi Apostoli (oggi palazzo Odescalchi), che acquistò, con tutto quanto conteneva, dalla famiglia Colonna.

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Guido Chigi Saracini della Rovere

Guido Chigi Saracini della Rovere

Nel suo bel palazzo, costruito per i Marescotti nel 1260, acquisito dai Piccolomini, poi ancora dai Saracini, il conte Guido, discendente dalle più illustri famiglie di Siena, fondò un’accademia di musica nel 1932. Il palazzo Chigi-Saracini inoltre raccoglie un’importante collezione di pittura, iniziata tra Settecento e Ottocento da Galgano Saracini. Questa collezione comprende soprattutto opere senesi dal XIV al XVI secolo, tra cui pezzi del Sassetta, di Neroccio e di Beccafumi. Dopo la morte del proprietario, la collezione è passata nelle mani del celeberrimo Monte dei Paschi di Siena.

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Paul Cezanne, ritratto di Victor Chocquet

Victor Chocquet

Una storia curiosa quella di questo collezionista borghese. Victor Chocquet era impiegato al ministero delle Finanze, dopo un inizio a Dunkerque nell’amministrazione delle dogane. Collezionò prima opere di Delacroix, in seguito divenne amico di Renoir, poi di Cézanne, e fu tra i primi protettori dei pittori impressionisti. Questi pittori li conobbe alla vendita pubblica del 24 marzo 1875. Tra il 1874 e il 1880 costituì così una bella collezione, dispersa nel luglio 1899 presso la galleria Georges-Petit. Una raccolta straordinaria che comprendeva trentadue Cézanne, cinque Manet, undici Monet, undici Renoir, un Pissarro, un Sisley. Ispirò a Emile Zola, in L’OEuvre, il personaggio di Monsieur Hue. Divenne anche modello per Renoir e Cézanne che ne eseguirono il ritratto.

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Etienne-François conte di Stainville e duca di Choiseul, ritratto da Charles-Amédée-Philippe van Loo

Etienne-François conte di Stainville e duca di Choiseul

Ambasciatore a Roma, poi a Vienna, e ministro degli Esteri dal 1758 al 1770. Già al tempo
del suo soggiorno a Roma il conte s’interessò agli artisti, che venivano ricevuti all’ambasciata e quando partì nel 1754 condusse con sé Hubert Robert, pittore francese. Per tutta la vita protesse Greuze e Boucher, cui commissionò opere per il suo castello di Chanteloup in Turenna. Nel 1750 aveva sposato Louise-Honorine du Châtel, pronipote
di Pierre Crozat, che ereditò il palazzo in rue de Richelieu a Parigi e una piccola parte dei quadri dell’illustre collezionista. Tali dipinti, probabilmente italiani, costituivano il fulcro della sua collezione. Tornato in Francia, il conte cominciò ad arricchire questo primo fondo con acquisti considerevoli.

I suoi agenti seguivano le vendite dell’epoca, con un occhio particolare soprattutto alle opere olandesi e fiamminghe, allora molto in voga.
Caduto in disgrazia nel 1770, la sua situazione finanziaria peggiorò tanto da costringerlo a rinunciare a una parte della collezione, la cui vendita, il 6 aprile 1772, suscitò enorme interesse e fu un successo economico. Tuttavia non bastò a pagare i debiti: un anno dopo la sua morte, nel 1786, la sua vedova vendette il resto.

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Vittorio Cini

Vittorio Cini

Tra 1910 e il 1915 Vittorio Cini cominciò a raccogliere nella sua residenza di Ferrara opere di artisti locali del XVI secolo. Da allora la sua collezione non ha fermato di arricchirsi con artisti italiani di tutte le scuole. Le opere sono oggi conservate negli ambienti residenziali al castello di Monselice e in palazzo Loredan a Venezia. Tra i capolavori segnaliamo un importante complesso di opere ferraresi, pittori toscani e marchigiani.
Anche la pittura veneziana del XV e del XVI secolo è ben rappresentata. Oggi la Fondazione Cini, con sede negli edifici del convento di San Giorgio a Venezia, è centro attivissimo di studi di storia dell’arte, e organizza mostre e conferenze.

C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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