Lui è il cantore per eccellenza della Parigi notturna e decadente di fine Ottocento. Henri de Toulouse-Lautrec, pittore, disegnatore, grafico, illustratore e litografo, è ormai considerato una delle figure più significative della storia dell’arte. Figlio di un nobile eccentrico, crebbe con l’amore per i cavalli e lo sport, ma, a causa di una malattia ereditaria e di due fratture alle gambe quando era bambino, fu colpito da un arresto della crescita ossea. Per questo motivo raggiunse a malapena i 152 cm, con una testa sproporzionatamente grande rispetto al corpo. Henri inoltre camminava con difficoltà, ma questi suoi problemi fisici non lo fermarono minimamente nel vivere appieno la propria vita. La sua infatti fu un’esistenza breve, ma intensa.

Fin da piccolo mostrò talento nel disegno e già nel 1882, a 18 anni, iniziò a studiare con Bonnat e l’anno successivo divenne allievo di Cormon, due grandi dell’arte accademica. Il giovane Henri bruciò le tappe e già nel 1884 gli fu permesso di aprire il suo studio personale nel quartiere di Montmartre a Parigi. I suoi due maestri gli diedero una solida formazione tradizionale che comunque lo segnò in maniera indelebile. Infatti, nonostante le sue opere suggeriscano un senso di spontaneità, nascevano in realtà da un attento studio del disegno. In questo senso fu di grande ispirazione per lui Degas, l’impressionista che più ammirava. Da lui e dalle stampe giapponesi Lautrec elaborò le sue composizioni in cui le scene vengono colte come da una rapida occhiata di traverso.
La tecnica e i temi
Dal punto di vista della tecnica, Lautrec fu decisamente anticonvenzionale. Dipinse molte volte su cartone con pittura a olio molto sottile, ma spesso mescolò tecniche solitamente usate separatamente, come il pastello e l’olio. E riguardo ai temi delle sue opere? Lautrec era una persona molto sensibile e la sua attenzione fu rivolta alla rappresentazione dell’umanità che lo circondava. E attorno a Henri c’era il mondo dei caffè parigini, dei bordelli e dei locali notturni come il celeberrimo Moulin Rouge. Umorismo, malinconia, disillusione e disperazione spesso fanno capolino nelle opere di questo grande artista. Particolarmente riuscite sono le scene dei bordelli perchè le prostitute si rivelarono le modelle ideali per Toulouse. L’artista amava la disinvoltura con cui andavano in giro nude o seminude e amava rappresentarle così com’erano, senza moralismi o facili sentimentalismi.

Pensate che a volte alloggiava nei bordelli per intere settimane e le prostitute arrivarono a considerarlo un amico. Lui si concentrò sulla noiosa routine del loro lavoro ed ebbe un occhio sensibile nel fissare i legami d’amore che spesso nascevano tra queste donne. E frequentando questo mondo, l’artista si abbandonò rapidamente ai piaceri della vita. Ma nonostante una vita dissipata e dedita all’alcol, Lautrec fu sempre un professionista dedito al lavoro. I propri guadagni li conservava in un conto separato rispetto a a quello su cui gli veniva versata la rendita familiare. Anche dopo una notte di follie si recava al mattino presto al laboratorio di stampa per controllare la produzione delle sue litografie. E in effetti, nonostante la breve vita, questo artista fu molto prolifico.

I celebri poster
Uno degli aspetti del suo lavoro che l’hanno reso unico nella storia dell’arte riguarda i celebri disegni per i poster. Anche se ne produsse solo una trentina, riuscì a sviluppare un disegno espressivo, coinvolgente che ha rivoluzionato il genere della locandina pubblicitaria. Grazie a queste opere i nomi delle ballerine, come Jane Avril e La Goulue, sono ricordati ancora oggi. Non solo, l’artista tenne anche a battesimo nuovi talenti, tra cui la sua modella e amante Suzanne Valadon. Tra le sue opere più riuscite ricordiamo Ballo al Moulin Rouge, Il bacio, Jane Avril, La Goulue entra al Moulin Rouge e Le due amiche.
Esiste solo la figura umana; il paesaggio è, e deve restare, un accessorio.
Henri de Toulouse-Lautrec
Segnato dall’alcolismo e dalla sifilide, Lautrec si ammalò gravemente nel 1899 e morì due anni dopo a soli trentasei anni. Nel 1922 sua madre donò un’ampia raccolta delle sue opere al museo della sua città natale, Albi, che fu intitolato all’artista. Il museo ospita anche molti ricordi, tra cui il bastone che Lautrec usava per camminare che nasconde un segreto. Il manico si apre per rivelare un piccolo bicchiere e una fiaschetta di brandy. Un uomo originale in tutto, anche nel tenere a bada i propri vizi.
Continua l’esplorazione …
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C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici che potete trovare qui.