Collezionisti, critici e mercanti #10

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Collezionisti, critici e mercanti
Benigno Crespi

Nuovo appuntamento con l’imperdibile post dedicato alle persone che hanno contribuito alla storia dell’arte pur non essendo artisti. Collezionisti, critici e mercanti. Si tratta di uomini e donne che hanno collezionato, commerciato, investito sull’arte e sugli artisti. Spesso si tratta più di uomini che donne, ma questa volta troverete anche un’importante collezionista! Badate bene che, a differenza d’oggi, spesso queste persone lo facevano inseguendo un gusto o un progetto personale. Oppure semplicemente per una smania incontenibile di collezionismo. Senza pensare alle opere come mero investimento in grado di rendere nel tempo. A volte si trovarono a sostenere artisti su cui pochi avrebbero scommesso. Insomma troverete come al solito molte storie interessanti. Gli altri post li potete leggere seguendo il link ➡Collezionisti, critici e mercanti.

Benigno Crespi

Milanese, proprietario di grandi manifatture tessili, Benigno raccolse alla fine del secolo scorso, principalmente tra il 1880 e il 1900, una collezione di dipinti. Una collezione che, esposta nel suo palazzo, costituiva un vero e proprio museo di un centinaio di pezzi. La meravigliosa raccolta di opere d’arte era composta quasi esclusivamente di opere italiane, tra cui predominava la scuola lombarda. Era ben rappresenta anche la pittura veneziana e in generale le scuole dell’Italia settentrionale. La collezione andò dispersa all’asta a Parigi il 4 giugno 1914.

Collezionisti, critici e mercanti
Rosalba Carriera, ritratto di Pierre Crozat

Pierre Crozat

Lui è il più celebre collezionista francese del XVIII secolo. Vissuto a Tolosa, dove col fratello Antoine aveva accumulato una fortuna, si trasferì a Parigi con l’incarico di tesoriere di Francia. Già a Tolosa aveva cominciato a raccogliere disegni e da allora non si fermò di accrescere le proprie collezioni. La splendida dimora che aveva acquistato in rue de Richelieu divenne il luogo d’incontro dei migliori appassionati e degli artisti del suo tempo.
Gli agenti di Crozat, in Olanda, ad Anversa, a Londra, erano mobilitati per tutte le vendite importanti, e comperavano intere collezioni. Inviato in Italia nel 1714 per negoziare
l’acquisizione della collezione di Cristina di Svezia da parte del Reggente, ne approfittò per arricchire la propria raccolta personale con opere italiane. Alla sua morte lasciò 19 000 disegni e quasi 400 quadri, senza contare gli oggetti d’arte. Secondo il suo testamento,
i disegni furono venduti a profitto dei poveri e dispersi nelle principali collezioni d’Europa: molti di essi si trovano oggi a Parigi al Louvre.

I dipinti passarono al nipote, Louis-François, marchese du Châtel. Quando questi morì nel 1750, la collezione venne divisa. Alcune opere furono vendute, altre passarono alla figlia, che sposò il duca di Choiseul. Fu però Louis-Antoine Crozat, barone di Thiers, che ne ereditò la parte più notevole. Alla sua morte nel 1770 gli eredi la vendettero interamente a Caterina di Russia. Pensate che si formò così il nucleo del museo dell’Ermitage a Leningrado. Questo enorme apporto comprendeva capolavori di tutte le scuole. Per avere un’idea della ricchezza e della varietà della collezione, basti citare la Giuditta di Giorgione, la Danae di Rembrandt e quella di Tiziano.

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Nathan Cummings

Nathan Cummings

Potente industriale, possessore di numerosi zuccherifici e fabbriche di dolciumi, Nathan Cummings cominciò a collezionare nel 1945. Suo primo acquisto fu una tela di Pissarro, seguita presto da altre opere impressioniste: Berthe Morisot, Monet, Mary Cassatt e di nuovo Pissarro, di cui nel 1968 acquistò il Pont-Neuf. La collezione non segue però un particolare programma, né si limita a un’epoca sola. Vi troviamo Matisse, Picasso, Kandinsky, Gauguin, Chagall, Modigliani e Giacometti. Solo per citare una parte di autori acquistati da Nathan.

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Marie Cuttoli

Marie Cuttoli

Moglie del senatore di Costantina a lungo vice-presidente del Senato, sin dalla fine della prima guerra mondiale appare tra le più illuminate mecenati d’arte di Parigi. Costantemente impegnata nella scoperta dell’avanguardia, cui assicurerà per tutta la vita un fervido sostegno. Diresse dal 1930 al 1932 la Galleria Vignon, esponendo per la prima volta in Europa, Calder, del quale comperò le prime sculture. Consigliò Helena Rubinstein nella costituzione della sua collezione e aprì il suo salotto in rue de Babylone ad artisti e intellettuali. Fu anche una grande appassionata di arredo e impose negli anni Trenta uno stile purista detto “clinico”. Il suo contributo principale però è stato quello d’aver dato nuovo impulso ai laboratori di Beauvais e di Aubusson, riuscendo di volta in volta a persuadere grandi artisti a eseguire per essi cartoni per arazzi. Il gusto sicurissimo in materia di pittura, l’amicizia che nutrì per gli artisti fecero sì che costituisse una
collezione inestimabile e tra le più originali. Fu esposta al pubblico, prima di andare dispersa. nella Galleria Beyeler di Basilea. Era il 1970 e poche altre donne in seguito sarebbero riuscita ad accumulare una raccolta d’arte simile a quella della Cuttoli.

C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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