Sollecitato dal desiderio di rivolta contro la società borghese e le sue manifestazioni, dada è un movimento artistico caratterizzato da uno spirito anarchico contro i valori tradizionali. L’ipotesi più nota sull’origine del nome del movimento è che sia stato scelto inserendo a caso un temperino tra le pagine di un dizionario. Questo tanto per capire le premesse di totale casualità. Attraverso atteggiamenti provocatori, ironici ed estremi questi artisti cercarono di scuotere l’opinione pubblica, strappandola dalla corruzione e dall’autocompiacimento. Il mondo dell’arte, con il suo gusto borghese e il suo interesse al valore di mercato delle opere, fu il primo bersaglio dei dadaisti. I tradizionali metodi artistici, pittura e scultura, furono abbandonati in favore di nuove tecniche come il collage, il fotomontaggio e il ready-made.
Dada ebbe origine simultaneamente negli Stati Uniti e in Svizzera e si diffuse in tutta Europa, con fortuna alterna, dal 1915 al 1922. Il dadaismo europeo fu fondato a Zurigo, ma alla fine della prima guerra mondiale si allargò in Germania e Francia. Zurigo era diventata, a causa della guerra e della neutralità della Svizzera, rifugio di agitatori e disertori provenienti da varie nazioni. Riunitisi in circostanze poco note, alcuni artisti e intellettuali fondarono, all’inizio del 1916, il Cabaret Voltaire. Divenne un vero e proprio quartier generale e al cabaret vi organizzarono varie attività sia letterarie che artistiche. I nomi più importanti legati a Zurigo e al dadaismo europeo sono quelli di Jean Arp, Hans Richter, Kurt Schwitters e Tristan Tzara. A New York invece furono fondamentali Marcel Duchamp, Man Ray e Francis Picabia. Ma vediamo meglio nel dettaglio tutte le esperienze dadaiste, nel vecchio e nel nuovo continente.

New York
L’origine dada coincide con l’arrivo a New York nel giugno 1915 dei pittori francesi Marcel Duchamp e Francis Picabia. Questi avevano già dato scandalo nell’Armory Show del 1913. L’atmosfera cosmopolita dell’avanguardia newyorkese offrì terreno fertile all’ironia e all’impulso fantastico dada. Le manifestazioni di questo movimento in America maturarono intorno a circoli d’avanguardia popolati da varie personalità. In particolare furono importanti Alfred Stieglitz, fotografo direttore di gallerie, fondatore dell’Armory Show, e W. C. Arensberg, mecenate e collezionista dai gusti audaci. In questo ambiente Duchamp elaborò le sue prime opere, e Picabia le sue tele meccanomorfiche. In queste tele, sorelle dei ready made di Duchamp, macchine assurde e oggetti d’uso vengono promossi a opere d’arte.

Vero manifesto del movimento newyorkese è, nel 1917, l’esposizione nella Grand Central Gallery, dove Duchamp, alias Richard Mutt, propose un orinatoio intitolato
Fontana. Poco dopo Picabia fece uscire a New York la rivista 391 che aveva fondato a Barcellona. Ma, con la partenza di Picabia per l’Europa, il gruppo cominciò presto a disgregarsi. Duchamp partì a sua volta per la Francia nel maggio 1921, e a questo punto l’episodio newyorkese di dada poté considerarsi concluso.
Berlino, Colonia e Hannover
L’animatore del dada berlinese fu Hülsenbeck, giuntovi nel febbraio 1917 con tutta l’esperienza di Zurigo. Nel corso dell’estate di quell’anno assunse dei chiari connotati politici, nel drammatico clima della Germania vinta. Un’altra personalità importante a Berlino per il dada fu il disegnatore e pittore Georg Grosz, crudo interprete della borghesia e dell’esercito tedeschi. Le sue caricature restano realistiche, ma partecipano dello spirito sovversivo dadaista. Anche i pittori Otto Dix, Rudolf Schlichter, e Georg Scholz fecero parte del movimento. A Colonia, dada nacque dall’amicizia tra i suoi due più puri geni plastici, Hans Arp e Max Ernst. Nell’aprile del 1920 proprio a Colonia venne realizzata una mostra scandalosa nella birreria Winter. Il pubblico rimase sconvolto e intervenne la polizia che sciolse brutalmente il movimento.

Il movimento Dada di Hannover si limita all’attività del solo Kurt Schwitters, a partire dal 1918. Schwitters abbandonò allora la pittura non figurativa per elaborare la sua tecnica originale, consistente nell’assemblare oggetti e scarti presi dalla vita di tutti i giorni. Schwitters del resto non aderì del tutto al dadaismo: assegnò al proprio movimento il nome di Merz e seguì un itinerario autonomo, giungendo a trasformare la propria casa in un assemblaggio gigantesco, il Merzbau.
Parigi
Domina il dadaismo di Parigi l’incontro tra avanguardie locali e artisti dei movimenti americani. L’impulso decisivo in particolare arrivò dal gruppo di artisti e intellettuali costituitosi intorno alla rivista Littérature, fondata dai futuri surrealisti. Il movimento parigino presto però si divise in due tendenze antagoniste: la prima, dominata da Tzara, restò fedele allo spirito di Zurigo. La seconda, guidata da Breton, con la sua esigenza di serietà e di metodo anticipò il surrealismo. L’esperienza dada anche a Parigi si concluderà nel 1922.

Dada nacque da un senso di disillusione conseguente alla prima guerra mondiale, al quale alcuni artisti reagirono con ironia, cinismo e nichilismo. La carneficina senza precedenti della guerra spinse i dadaisti a mettere in dubbio i valori della società che l’aveva originata, dimostrando come quei valori fossero falliti sul piano morale. Il dadaismo, mettendo in crisi e smentendo i concetti e i metodi tradizionali, aprì la strada ai successivi esperimenti artistici. In effetti lo spirito dei dadaisti non è mai scomparso del tutto ed è stato portato avanti, ad esempio, dalla pop art.
Continua l’esplorazione …
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C.C.