
Di fronte a voi c’è l’ultima tela a cui lavorò Georges Seurat prima di morire e per questo rimase incompiuta. Il circo. L’opera venne mostrata, nonostante fosse non finita, al settimo Salon des Independants, durante il quale l’artista morì improvvisamente a soli trentadue anni. Nel marzo del 1891 infatti il pittore si mise a letto per un forte mal di gola che peggiorò in violenta influenza fino a portarlo in coma e a ucciderlo la mattina del 29 marzo. Suo figlio morì due settimane dopo dello stesso male le cui cause reali ad oggi non sono ancora state accertate.
La celebrazione dei divertimenti della città moderna
Quest’opera è il terzo pannello di una serie composta da Parade e Chahut, che Seurat riservò ai divertimenti della città moderna con i suoi spettacoli notturni. Il circo divenne un tema molto frequente negli anni ottanta del XIX secolo, soprattutto per i pittori francesi Renoir, Degas e Toulouse-Lautrec e fu uno degli stimoli più grandi per le ricerche del puntinismo a cui Seurat si applicò.
I pittori di questo movimento artistico scomponevano l’immagine nei suoi colori primari, applicandoli poi sulla tela sotto forma di piccoli puntini, mettendo in stretto rapporto scienza e arte. I pittori del puntinismo infatti applicarono sia le teorie dello studioso Charles Henry sugli effetti psicologici della linea e del colore, sia quelle relative alle leggi ottiche formulate dai fisici Chevreul e Rood. Vi accorgerete, osservando il quadro da vicino, che questo è composto da una moltitudine di punti che solo se osservati da una certa distanza compongono l’immagine.
L’opera si presenta divisa in due parti: da un lato la pista con gli artisti, ricca di ghirigori, curve e spirali che ci comunica un senso di instabilità. Dall’altro lato gli spalti con il pubblico, rigido, fissato in una rigorosa geometria. Anche i colori seguono regole precise. Al bianco della luce pura che domina la tela, sono accostati il rosso, il giallo e il blu applicati con piccoli tratti equidistanti disposti secondo il verso delle linee del dipinto. L’artista circoscrive infine il suo quadro con un bordo sobrio realizzato sulla tela e con una cornice liscia colorata con la stessa tonalità di blu che si ritrova all’interno dell’opera. Seurat fu un teorico e poeta del colore. Per lui l’arte è armonia che si può ottenere solo accostando elementi simili e contrari in una magica trama di punti che costituisce la superficie della tela.
Continua l’esplorazione!
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C.C.