La palla, Felix Vallotton

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La palla, Felix Vallotton

Famoso in Svizzera, dove i maggiori musei conservano suoi dipinti, Felix Vallotton è meno noto nel resto del mondo. Svizzero di nascita e francese d’adozione, innamorato di Parigi, l’artista merita una conoscenza più approfondita. Incisore, illustratore, pittore e scrittore prolifico, Vallotton ha provato tutte le arti con talento e originalità. Fu un ribelle, simpatizzante anarchico, di famiglia borghese, solitario e malinconico. L’artista venne segnato nell’infanzia da un fatto doloroso che lo spinse a isolarsi dal mondo: lo accusarono, probabilmente ingiustamente, della morte accidentale di un compagno di classe. Come pittore, aderì al movimento dei Nabis, un gruppo di artisti parigini, attivi alla fine del XIX secolo, che vollero rinnovare la pittura.

La palla

Il dipinto di fronte a voi, la palla, è uno dei più famosi di Vallotton e rappresenta un bambino che corre in un parco, mentre in lontananza due donne conversano all’ombra degli alberi. L’immagine molto probabilmente fu ispirata all’artista da una o più foto scattate nel 1899 dalla finestra di un appartamento parigino. L’opera è divisa diagonalmente in due grandi superfici di colore. Una ocra che rappresenta il terreno su cui le piante proiettano la loro ombra e una verde composta da un prato e dalle chiome degli alberi. La scena ci fa guardare dall’alto al basso a tal punto che non scorgiamo nemmeno il cielo. Nell’angolo in luce del quadro un bambino sta correndo, proiettando la sua ombra scura in avanti e lasciandosi alle spalle una palla dello stesso colore della terra.

Sul capo ha un cappello di paglia a falda larga con un nastro rosso, da cui escono lunghi capelli biondi. Il piccolo indossa degli stivaletti arancioni, un vestito bianco chiuso sulla schiena, le cui due estremità si muovono al vento. Una palla rossa è l’obiettivo di questa corsa spensierata. Sul lato opposto del quadro vediamo due figure femminili vicine, una bianca e una azzurra, rischiarate dalla luce, unico elemento che ci dà un’idea di profondità e di spazio. È l’immagine della spensieratezza, della gioventù, del pericolo che può nascondersi dietro l’angolo, forse anche della scelta tra la luce e l’ombra. Si fa strada un sentimento di inquietudine nell’osservare la corsa di questo bambino che sembra lasciato solo dalle due figure lontane. È la luce che sta invadendo lo spazio o è l’ombra che guadagna terreno? L’opera ha anche ispirato un cortometraggio francese del 1956, Le ballon rouge del regista Albert Lamorisse.

C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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