Edvard Munch: piccola guida per conoscere l’artista

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Edvard Munch

Pittore e autore di stampe norvegese, Edvard Munch è considerato il più grande artista del suo paese. Cresciuto a Oslo, Edvard ebbe un’infanzia segnata da molte disgrazie che, in parte, spiegano l’atmosfera di disperata desolazione al centro di diverse opere di questo artista. La madre e la sorella maggiori morirono di tubercolosi quando lui era un bambino e come risultato il padre, distrutto dal dolore, divenne estremamente religioso, quasi in maniera “patologica”. Ad ogni modo la formazione di artista per Munch avvenne alla Scuola Reale di Arte e Design di Oslo, sotto la guida del pittore naturalista Christian Krohg. Ma presto il suo orizzonte si allargò, grazie ai viaggi in Francia, Germania e Italia. Subì le influenze dell’impressionismo e del simbolismo, studiò l’uso del colore e la semplificazione delle forme di Van Gogh, Gauguin e Toulouse-Lautrec.

La bambina malata è forse la prima opera che ci mostra la sua visione nettamente personale del mondo. L’opera ritrae la sorella morta Sophie, scelta del soggetto molto significativa, dato che rifletteva la sua tragica infanzia. Cominciò anche a interessarsi alla psicoanalisi dato che, sia lui che un’altra sorella, soffrirono di disturbi mentali. Non c’è da stupirsi che temi come la malattia, la gelosia e il risveglio del desiderio sessuale siano costantemente ricorrenti nell’arte di Munch. L’artista dipingeva stati psicologici estremi con una forte convinzione e un’intensità quasi frenetica. Il celeberrimo grido o urlo, realizzato nel 1893, è considerato una vera e propria icona dell’angoscia esistenziale. Ma la notorietà la raggiunse già nel 1892, grazie a una chiacchieratissima mostra organizzata per lui dall’Unione degli artisti berlinesi. Le sue opere fecero un tale scalpore che la mostra venne chiusa dopo una sola settimana.

Edvard Munch, L'urlo
Edvard Munch, L’urlo

Dobbiamo però sottolineare a questo punto che Munch fu inoltre uno dei più importanti autori di stampe di tutti i tempi. In particolare sono splendide le sue xilografie, spesso a colori, che sfruttano la fibra del legno per accentuare l’effetto di rozzo vigore. Furono lo stimolo maggiore per al grande rinascita della xilografia che avvenne nel XX secolo, in particolar modo tra gli espressionisti tedeschi. Giungiamo quindi a un anno chiave per l’artista: il 1908. Munch soffrì di quello che lui stesso chiamò collasso mentale, alimentato da un pesante alcolismo, troppo lavoro e delusioni d’amore. Decise di impegnarsi nel percorso di guarigione, abbandonando l’immaginario legato alla sua famiglia che lo tormentava. Da questo momento la sua pittura divenne più ottimista, ritraendo sempre più spesso scene dalla natura. Un cambio di rotta che vediamo nella serie di dipinti che decorano l’Aula Magna dell’Università di Oslo.

Edvard MunchNel 1916 si trasferì in una grande casa chiamata Ekely, nella periferia di Oslo, trascorrendovi gran parte della sua vita in maniera più appartata, nonostante i molti viaggi che continuò a compiere. Commovente è l’ultimo dei suoi numerosi autoritratti, autoritratto tra l’orologio e il letto, nel quale si rappresenta vecchio e fragile, come sospeso su un confine misterioso. Non fece in tempo a vedere la fine sella seconda guerra mondiale, spegnendosi nel 1944, poco dopo il suo ottantesimo compleanno. Donò l’enorme mole delle opere ancora di sua proprietà alla Città di Oslo che decise di fondare il Munch-museet, aperto nel 1963 in onore del centenario della sua nascita. Un’istituzione di grandissima qualità che ancora oggi spicca su tutti gli altri musei dedicati a un singolo artista.

Edvard Munch
Edvard Munch, autoritratto tra l’orologio e il letto

Ma l’eredità di Munch va ben oltre. Ricordato come uno dei più potenti e influenti artisti moderni, ebbe un’importante influenza sull’arte scandinava e tedesca. Celebrato insieme a Van Gogh come uno dei principali esponenti dell’espressionismo, Munch ha saputo trasmettere l’angoscia emotiva come nessun altro prima, aprendo nuovi cammini all’arte. Un artista che ha tentato di sezionare l’animo umano.

Malattia, follia e morte sono stati gli angeli neri che hanno vegliato sulla mia culla.

Edvard Munch

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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