
Questo capolavoro del pittore Giovanni Boldini che da Ferrara, città del nord Italia, fece fortuna nei salotti della nobiltà parigina, rappresenta un celebre poeta, scrittore e dandy francese. Robert de Montesquiou, autore di undici volumi di versi, due romanzi, tre volumi di memorie, e numerose opere di critica. L’essere dandy negli anni della Belle Époque, a fine Ottocento, era un atteggiamento che consisteva nel vestirsi elegantemente, esprimere un egocentrismo esasperato, esprimere un’ironica separazione dalla realtà e rifiutare la mediocrità borghese. Fu Madame Veil-Picard, amica comune di entrambi, a commissionare il dipinto a Boldini che era molto colpito dalla fama di questo esteta contemporaneo.
Quarto e ultimo figlio del conte De Montesquiou-Fézensac, Robert discendeva da una famosa famiglia che contava al suo interno il celebre d’Artagnan. Apertamente omosessuale, fu sempre molto attento a evitare scandali e pettegolezzi: alla sua morte, nel 1921, lasciò i pochi beni che gli restavano al suo segretario. Montesquiou sostenne l’avanguardia artistica del suo tempo: Mallarmé e Verlaine in poesia; Debussy e Fauré in musica; Helleu in pittura. Il conte ispirò inoltre il personaggio di Des Esseintes nel romanzo À rebours di Joris Karl Huysmans.
Boldini ritrattista moderno
Quest’opera condensa sia il complicato rapporto pittore-modello, sia i pensieri sul “ritratto moderno” scritti dallo stesso Montesquiou in un articolo rivolto a Boldini. Il conte sostenne che per far bene un ritratto non bastasse essere fedeli alla realtà, ma occorresse realizzare sulla tela un mix tra l’identità del pittore e quella del modello. Boldini venne identificato come il ritrattista moderno per eccellenza perché, nei suoi dipinti svelò le caratteristiche del soggetto rappresentato, ma inserì anche un giudizio personale.
In questo quadro l’artista mise sicuramente in evidenza l’aristocrazia, la sicurezza e l’eleganza di Montesquiou, ma fece molto di più. Il conte infatti tiene in mano un bastone da passeggio a mo’ di scettro, simbolo regale. Forse Boldini nel mescolare un atteggiamento della ritrattistica regale del XVI e del XVII secolo con la raffigurazione della modernità, ha voluto ironizzare sull’estetismo esasperato del conte? Una curiosità: il bastone sorretto e guardato con tanta attenzione da Montesquiou era appartenuto a Edmond de Goncourt, scrittore e critico letterario e dopo la morte del conte fu acquistato dal principe dei surrealisti, Salvador Dalì.
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Giovanni Boldini. Catalogo generale dagli archivi Boldini
Curatore di B. Doria http://bit.ly/2r8y8fY
C.C.
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