
Formatosi come pittore e miniaturista a Firenze, città del centro Italia, Beato Angelico per tutta la vita userà inserire nelle sue opere l’oro, i dettagli preziosi, i colori limpidi e i gesti delicati. Questo dipinto d’altare fu realizzato per il monastero di San Domenico a Fiesole, vicino a Firenze. Il pannello centrale mostra l’Annunciazione della nascita di Gesù fatta dall’Arcangelo Gabriele a Maria. L’episodio principale si svolge sotto un portico dalle belle forme. La scultura in rilievo esattamente sopra alla colonna centrale, ribadisce in modo simbolico la presenza di Dio Padre.
Presto però ci accorgiamo che a sinistra c’è un altro episodio: Adamo ed Eva che vengono espulsi dal Paradiso. Per quale motivo? Cosa c’entra tutto ciò con l’Annunciazione. Si può dire che rappresenti l’antefatto che rese necessaria l’incarnazione di Cristo per la redenzione dell’uomo e la cancellazione del peccato originale, commesso quando Eva decise di cogliere la mela proibita dall’albero della conoscenza, nel paradiso. Nella stessa opera abbiamo la dannazione e la salvezza dell’umanità e il raggio divino che attraversa la scena collega visivamente il Paradiso e la terra.
Beato Angelico, pittore di soggetti sacri
Il tema dell’Annunciazione è uno dei preferiti dal pittore fiorentino che ne realizzò almeno altre due versioni. L’umiltà di Maria è messa in risalto non solo dal gesto di devozione delle mani incrociate sul petto. Dalla semplicità dell’arredo della sua camera che intravediamo oltre la porta sul fondo del portico. Sotto la grande tavola dell’annunciazione c’è una parte stretta e lunga, chiamata “predella”, spesso presente nelle pale d’altare, con tante scenette dipinte. Queste immagini fissano momenti della vita di Maria. La sua nascita, le nozze con San Giuseppe, la visita alla cugina Elisabetta, la nascita di suo figlio Gesù Bambino, la Presentazione di Gesù al Tempio e la sua morte con Cristo che ne riceve l’anima in cielo.
Beato Angelico dedicò il suo lavoro esclusivamente ai soggetti religiosi, interpretando l’arte come un aspetto fondamentale della devozione ed era particolarmente attento a rappresentare nelle sue opere i minimi dettagli, le molteplici forme della natura, degli oggetti e delle persone raffigurate. Con il suo stile Beato Angelico fece da ponte tra lo stile gotico italiano e il nuovo linguaggio dello stile del Rinascimento. Questo lo vediamo ad esempio nella profondità spaziale che l’artista diede all’architettura dipinta che, pur in linea con le nuove regole geometriche della prospettiva, mostra ancora alcune imprecisioni. Pochi artisti come lui hanno saputo condensare immagini così delicate e sensibili, che conferiscono alle sue opere un aspetto mistico, decisamente fuori dal tempo.
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C.C.