Diego Rivera, le bock

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Diego Rivera, le bock
Diego Rivera, le bock

In anni recenti, quantomeno in Europa, la fama di Diego Rivera è stata un po’ offuscata dalla sua compagna di vita, nonché moglie per ben due volte, l’artista Frida Kahlo. Nonostante ciò Diego Rivera resta uno dei più celebri artisti messicani di sempre, grande interprete della pittura monumentale ad affresco. Nel 1907, poco più che ventenne, Diego Rivera arrivò in Europa grazie a una borsa di studio, e dopo un primo soggiorno a Madrid, si stabilì a Parigi, dove prese contatto con gli artisti più importanti delle avanguardie. In questo periodo frequentò gli ambienti culturali dei cafè parigini, rimanendo colpito in maniera particolare dal movimento cubista. Pochi anni più tardi però, a causa dell’atmosfera di guerra che già si respirava a Parigi, Rivera, come molti altri artisti, si trasferì in Spagna, dove focalizzò la sua carriera proprio sull’arte cubista.

Le premesse e l’ideologia pittorica del cubismo furono sviluppate precedentemente da tre grandi artisti: Pablo Picasso, Georges Braque e Juan Gris. Le loro opere rinunciarono alla profondità e alla prospettiva, semplificarono i contorni e scomposero gli oggetti riducendoli a semplici forme geometriche. Rivera passò quasi in punta di piedi dalla prima fase cubista, definita “analitica”, in cui gli oggetti sono frammentati e il colore è quasi assente, aderendo con più convinzione al cubismo “sintetico”, in cui l’immagine veniva costruita con una maggiore ricchezza di colori e di materiali diversi dalla pittura. L’opera che vedete qui fu realizzata da Rivera proprio durante il suo periodo cubista, nel 1917.

Diego Rivera cubista

In questo contesto è notevole la preferenza dell’artista per i colori vivaci a scapito dei toni spenti, grigi e marroncini proposti da Picasso e Braque. Tutto ciò anche se colorazioni accese erano già presenti in alcune delle più importanti composizioni cubiste del 1915 di un altro dei padri di questa corrente, Juan Gris. L’opera Le bock, prende il suo titolo dal nome di una birra tedesca dal gusto particolarmente forte. Dopo una prima attenta osservazione vi potrà apparire chiaro come l’immagine rappresenti proprio un boccale di birra con il suo spesso vetro, pieno di bollicine e ricco di schiuma.

Questo grosso bicchiere è appoggiato su un tavolino con accanto un piccolo coltello. Ci colpisce particolarmente l’esplosione di colori, con gli intensi blu e gli arancioni. Colori che creano un forte contrasto tra il fondo e il boccale di birra. Forse tutta l’opera rappresenta proprio un omaggio a Juan Gris che per primo introdusse i colori accesi all’interno delle opere cubiste.

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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