
Quest’opera ci parla d’amore e di tempo. Il tempo viene scandito in maniera costante, quasi ipnotica, dal metronomo, mentre l’amore, lentamente, col succedersi delle oscillazioni, svanisce. L’autore è Man Ray, pittore, fotografo e grafico statunitense, esponente del movimento culturale Dada, nato agli inizi del ‘900. L’esemplare originale di quest’opera fu realizzato nel 1923, mentre quello che vediamo qui a Madrid è una delle tante versioni successive. L’artista infatti ne realizzò una seconda versione già nel 1932. Quell’anno segnò un momento difficile per la vita di Man Ray che dovette superare una cocente delusione amorosa. Per l’artista le donne rappresentarono sempre la luminosità della vita, diventando di volta in volta ombre e luci, realtà e fantasia.
Man Ray s’innamorò sempre di donne che seppero ispirarlo, scegliendole in funzione della sua arte, non considerandole solo oggetto del desiderio, ma anche parte integrante del processo creativo. Le donne erano la passione che alimentava la sua ispirazione. Per questo motivo l’abbandono dell’amata Lee Miller, fotografa, fotoreporter e modella, segnò per l’artista un momento molto difficile. Lei rappresentava tutto per Man Ray. Un’amante, una collega, una preziosa assistente, una musa ispiratrice e una modella e la rottura tra i due fu devastante. In quest’opera l’artista prende un oggetto di uso comune, il metronomo, strumento usato in musica per misurare il tempo e simbolo del suo trascorrere inevitabile, elevandolo a opera d’arte, inserendovi un frammento di quel viso femminile tanto amato, e in particolare il suo sguardo.
Un ritratto dada di Man Ray
L’occhio che vediamo nel metronomo si apre e si chiude a seconda del punto di vista dal quale osserviamo l’opera. Nella prima versione l’occhio era di un volto anonimo, ma Man Ray, affranto, lo sostituì con un occhio di Lee Miller creando una specie di ritratto che alla luce di questa storia risulta, in effetti, emotivamente molto forte.
Una curiosità. Questa seconda versione ha anche un libretto di istruzioni nel quale ci viene consigliato un lavoretto di bricolage. Vi è scritto di tagliare un occhio a una fotografia che rappresenti una persona che si ha amato, ma che per qualche motivo non si ama più. Questa parte va attaccata al pendolo di un metronomo dopo aver regolato il suo peso in base al tempo che si desidera scandire. Le istruzioni dicono di continuare a guardare il metronomo, come in meditazione, fino al limite della resistenza e infine concludere il tutto, in una specie di rituale, armati di un grosso martello. La sfida è quindi cercare di distruggere l’oggetto in un colpo solo.
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MAN RAY per SKIRA EDITORE
Man Ray. La fotografia come arte
C.C.
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