L‘audioquadro è un nuovo modo per conoscere i più grandi capolavori della storia dell’arte. In maniera semplice e in pochi minuti. Qui l’elenco di tutti gli audioquadri usciti a febbraio e marzo 2020.
Andrea Mantegna | il Parnaso
Il Parnaso di Andrea Mantegna fu dipinto circa nel 1497, come una rappresentazione della montagna al centro della Grecia dedicata al culto del dio Apollo e alle nove Muse, delle quali era una delle due residenze. Il dipinto culmina nell’allegoria dei due committenti. Isabella d’Este come Venere e suo marito Francesco Gonzaga come Marte, sotto il cui regno a Mantova fiorirono le arti simboleggiate da Apollo e dalle Muse. Il pittore raffigurò Marte armato e Venere nuda in cima a un colle; sotto di essi si snoda la danza delle Muse accompagnate dalla melodia della lira di Apollo. Da un lato vediamo Mercurio e Pegaso; più discosto a sinistra fa la sua comparsa Vulcano, marito di Venere, mentre impreca contro gli amanti.
Andrea Mantegna | morte della Vergine
Quando si parla di Andrea Mantegna si parla di un artista assolutamente fondamentale per l’evoluzione dell’arte e della pittura. Nato nel 1431, figlio di un umile falegname di periferia, Mantegna è stato un genio precoce nella pittura forse come Mozart lo fu nella musica. L’artista verso il 1459 entrò al servizio dei signori di Mantova in veste di pittore di corte della famiglia Gonzaga e questo lavoro fu dipinto proprio per loro. La Vergine Maria si trova sul suo letto di morte, circondata da undici apostoli. La scena rappresenta l’ultimo istante della sua vita sulla terra. Secondo i vangeli apocrifi, una serie di testi esclusi dalla Bibbia, dopo la morte terrena il corpo e l’anima di Maria sono stati trasportati in cielo da Gesù.
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Caravaggio | David e Golia
Questo dipinto illustra un tema presente nella Bibbia, molto rappresentato nella storia dell’arte. È il momento in cui David, giovane pastore, uccide il gigante Golia con la sua fionda, tagliandogli poi la testa per farne un trofeo. Il dipinto venne realizzato agli inizi della carriera di Caravaggio, quando si trovò a lavorare per un importante committente a Roma, il cardinale Francesco Maria Del Monte. Questi non fu un cardinale come gli altri: conosceva il greco, l’ebraico e altre lingue orientali, si pensa che praticasse l’alchimia e che fosse aperto a idee nuove nel campo della scienza, dell’arte e della cultura in generale. Amante della musica, riceveva gli ospiti circondato da una vera e propria corte, come un sovrano. Caravaggio fece un’ottima impressione a quest’uomo che decise di offrigli vitto, alloggio e piena libertà d’azione. In questo contesto l’artista realizzò l’opera che vedete qui.
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Raffaello Sanzio | ritratto di giovane cardinale
Raffaello Sanzio, insieme a Leonardo e Michelangelo è uno dei pilastri del rinascimento maturo, un vero genio, la cui carriera venne stroncata da una morte prematura. Pochi lo ricordano come un grande ritrattista: invece, anche sotto questo aspetto, l’artista ha offerto splendidi saggi, destinati a restare a lungo nella storia della pittura. Lo vediamo bene nel ritratto di giovane cardinale del Prado. Di quest’opera si è parlato molto perché ad oggi non sappiamo chi sia la figura rappresentata. Si sono fatti i nomi di diversi cardinali alla corte di papa Giulio II. Giulio de’ Medici, il Cardinal Bibbiena, Innocenzo Cybo, Francesco Alidosi, Scaramuccia Trivulzio e Ippolito d’Este. A parte la grande qualità d’esecuzione, l’aspetto più sorprendente di questo ritratto è la capacità che ebbe Raffaello di sintetizzare l’immagine definitiva e universale di un cardinale del rinascimento. Non a caso questo dipinto viene indicato come “il cardinale”, piuttosto che “Ritratto di un cardinale”.
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Maja Desnuda e Maja Vestida | Goya
La Maja Desnuda e Maja Vestida, due delle opere più famose del pittore spagnolo Francisco Goya. Da un lato una donna vestita con un abito trasparente e una giacca gialla con decorazioni nere, distesa su un divano di velluto verde con cuscini. Dall’altro lato la stessa donna sdraiata sullo stesso divano, ma in questo caso completamente nuda come Venere, dea della bellezza. Fiumi d’inchiostro sono stati versati per queste opere fatte per stare l’una vicina all’altra. Il motivo di tanto interesse è che ancora oggi non sappiamo chi sia la donna rappresentata e nemmeno chi sia il committente. Tra le poche certezze, si sa che i due dipinti erano nella collezione del potente ministro spagnolo Godoy, i cui beni furono sequestrati nel 1814. Le due opere passarono alla Real Academia de San Fernando e giunsero al Prado nel 1901.
Saturno che divora i suoi figli | Goya
I dipinti murali che decoravano la casa detta “La Quinta del Sordo”, chiamata così perché abitata precedentemente da un sordo e in cui Francisco Goya visse alcuni anni della sua vecchiaia, sono conosciuti come le “pitture nere” per il prevalere dei toni scuri e per i temi inquietanti trattati. Queste straordinarie opere rappresentano un mondo tenebroso, dove l’orrore è espresso in tutte le sue forme, segnato dal mito di Saturno, simbolo di morte e di distruzione. Molto probabilmente le “pitture nere” sono l’espressione delle pessimistiche meditazioni che l’artista fece pensando alla situazione politica spagnola dell’epoca. Nel 1814 infatti la monarchia venne restaurata dopo un periodo di rivoluzioni.
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Tiziano | l’imperatore Carlo V a Mühlberg
La storia di questo ritratto è legata a due figure unite da un rapporto di committenza. Il grande Tiziano da un lato e dall’altro l’imperatore Carlo V. Il primo è uno dei pochi artisti che hanno avuto un ruolo veramente incisivo nell’evoluzione dell’arte, introducendo un nuovo modo di maneggiare i colori, di mettersi in relazione con le figure che stanno dentro l’opera, di stendere i colori sulla tela. Il secondo è una delle più importanti figure della storia d’Europa, incoronato re di Spagna e d’Italia, Arciduca d’Austria e Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico. Sovrano di un impero talmente vasto ed esteso che gli viene tradizionalmente attribuita l’affermazione: “Il mio regno è tanto vasto che non tramonta mai il sole”.
Tiziano | Bacco e Arianna
L’opera che vi propongo oggi fa parte di una serie di tele commissionate da Alfonso I d’este, signore di Ferrara, città del nord Italia sede di una ricchissima corte rinascimentale, per la decorazione del suo studiolo privato. Luogo di meditazione e svago, il cosiddetto “Camerino d’alabastro”, oltre a Bacco e Arianna di Tiziano, vantò anche dipinti di Giovanni Bellini, di Dosso Dossi e una serie di sculture in marmo di Antonio Lombardo. Insomma un vero scrigno d’arte. Oggi, dopo svariate vicissitudini, le opere dello studiolo sono sparpagliate in vari musei del mondo tra cui la National Gallery di Londra. La tela di Tiziano, in particolare, ha subito anche diversi danni. Oggi per fortuna riparati a seguito di molti interventi di restauro, poiché venne più volte arrotolata su sé stessa in malo modo per essere trasportata più agevolmente.
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Buona visione e buona lettura!
C.C.