Max Ernst, L’éléphant Célèbes

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Max Ernst, L'éléphant Célèbes
Max Ernst, L’éléphant Célèbes

Celebes o L’éléphant Célèbes fa parte di un gruppo di dipinti realizzati dall’artista tedesco Max Ernst tra il 1921 e il 1924, al momento della sua transizione verso il surrealismo. L’artista prese da Giorgio de Chirico l’idea di riunire oggetti estranei tra loro mettendoli in contesti bizzarri. Questa procedura venne spesso usata dai surrealisti perché corrispondeva al processo di libera associazione, che fu uno dei metodi utilizzati dal padre della psicoanalisi Freud per scoprire l’inconscio nei suoi pazienti. I surrealisti ammirarono gli studi dello psicologo austriaco e attribuirono grande importanza ai sogni nei loro lavori, lasciandosi spesso trasportare dall’inconscio.

Il mostro caldaia simile a un elefante, a cui il titolo si riferisce, è come il resto del dipinto, molto ambiguo. Ha una testa cornuta con gli occhi apparentemente spenti, ma una coppia di zanne sporgenti sulla sinistra suggerisce la presenza di una seconda testa. Il collo sembra essere un lungo tubo che emerge da un foro nella parte superiore del corpo. Il tutto è sormontato da una piccola costruzione colorata vivacemente e contenente un occhio misterioso. Sembra di stare in piedi in un grande spazio aperto, due pesci nuotano nel cielo in alto a sinistra, ma ci sono anche elementi, come il pavimento, che conferiscono all’ambiente le caratteristiche di una stanza. Tre oggetti verticali circondano la macchina e in basso una figura-manichino senza testa con un braccio alzato sembra fare cenno al mostro di seguirlo.

Il mostro meccanico di Max Ernst

Come è stato confermato da Ernst, la forma derivò da una fotografia che si trovava in una rivista antropologica raffigurante un contenitore per il grano utilizzato da una tribù in Africa. La fotografia ha la stessa angolazione ed è sostanzialmente molto simile, ma l’artista diede al contenitore d’argilla un aspetto metallico e aggiunse varie appendici. In quest’opera l’elemento meccanico incarnato dal mostro elefante potrebbe essere l’espressione più o meno inconscia delle esperienze traumatiche vissute da Ernst nell’esercito tedesco durante la Prima guerra mondiale.

Il mostro in qualche modo ci rimanda a un carro armato e l’elemento meccanico in alto con un solo occhio ricorda un periscopio. Questa macchina sembra in piedi su un campo d’aviazione e la scia di fumo nel cielo suggerisce un velivolo abbattuto. Tuttavia, non è tutto semplice o scontato perché l’artista ha rivelato solo alcune delle associazioni che hanno prodotto l’opera. Questo dipinto è quindi il risultato di quello che la mente e l’inconscio di un artista possono generare.

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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