
Quella che vi presento oggi è un’opera di Alexander Calder, scultore statunitense reso celebre proprio da grandi sculture d’arte cinetica come questa. L’arte cinetica fu un movimento sviluppatosi tra gli anni Venti e Sessanta del Novecento i cui artisti si proposero di infondere alle opere il movimento. Questa scultura si estende poco più di un metro in ogni direzione ed è progettata per essere esposta sospesa con un filo d’acciaio. Il corpo principale della scultura è costituito da otto lastre di alluminio, quattro grandi e quattro piccole, appese verso il basso, simili a pinne. Dalle quattro lastre grandi partono verso l’alto quattro fili, come antenne, terminanti con dischi in alluminio giallo, blu, rosso e bianco. Invece dalle quattro pinne più piccole partono tre antenne che sostengono delle lastre nere.
Sebbene le sculture mobili di Calder appaiano come strutture casuali e totalmente arbitrarie, in realtà ci sono regole specifiche da seguire per il collegamento e la disposizione dei singoli elementi. Non a caso l’artista ebbe nel suo passato una formazione come ingegnere meccanico e solo negli anni Venti iniziò a costruire sculture. Calder si trasferì a Parigi nel quartiere di Montparnasse nel 1926. Affascinato dal circo, ne mise a punto uno in miniatura costruito con filo metallico, spago, gomma e altri oggetti di recupero. Progettato per stare all’interno di valige, permise all’artista di fare piccoli spettacoli itineranti. Nel 1931 si unì al gruppo Abstraction-Création e iniziò a fare sculture che potevano essere spostate a mano o con piccoli motori elettrici.
Alexander Calder e i suoi “mobile”
In questi stessi anni cominciò a creare le forme per cui oggi è maggiormente conosciuto. I cosiddetti “mobile”. Sculture composte da dischi, lastre d’alluminio e antenne, sospese da cavi e capaci di mettersi in moto con le correnti d’aria. Queste opere di Calder sperimentano continui spostamenti e cambi di posizione in modo tale che ogni volta in cui le osserviamo, ci appaiono diverse. Questo è parte dello scopo che guidò l’artista nel realizzare le sue sculture. Nel 1932 scrisse:
Ogni elemento è in grado di muoversi, di oscillare, di andare e venire, nei suoi rapporti con gli altri e nel suo universo. Non deve essere solo un momento fugace, ma un legame fisico tra gli elementi variabili della vita.
Le sculture di Calder invitano all’interazione dinamica tra opere d’arte e spettatore, traendo origine da uno studio di spazio e movimento.
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Allora ti è piaciuta l’opera? conoscevi già Alexander Calder? scrivimi tutto nei commenti e rimani ancora con me leggendo gli altri post sull’artista.
C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui