Eduardo Arroyo, Gilles Aillaud, Antonio Recalcati, Live and Let Die or the Tragic End of Marcel Duchamp

0
Eduardo Arroyo, Gilles Aillaud, Antonio Recalcati, Live and Let Die or the Tragic End of Marcel Duchamp
Eduardo Arroyo, Gilles Aillaud, Antonio Recalcati, Live and Let Die or the Tragic End of Marcel Duchamp

Uno spagnolo, un francese e un italiano. No stavolta non sono i protagonisti di una barzelletta, ma tre artisti uniti da un fine comune, mettere in discussione, anzi uccidere, simbolicamente, una delle più grandi icone dell’arte del XX secolo: Marcel Duchamp. L’opera di fronte a voi è quindi l’unione degli sforzi dei tre artisti, Eduardo Arroyo, Gilles Aillaud e Antonio Recalcati che hanno realizzato quello che viene definito in gergo tecnico un polittico, ovvero un’opera composta da più elementi.

Eduardo Arroyo, spagnolo in esilio a Parigi dal 1958 a causa della dittatura del generale Franco, divenne in pochi anni uno dei più importanti artisti europei. I suoi dipinti hanno esplorato e criticato la situazione politica in Spagna durante gli ultimi anni della dittatura oltre ad aver indagato il ruolo dell’artista all’interno della società. Gilles Aillaud, pittore, scrittore e disegnatore francese, fondò un’associazione di giovani artisti, mentre l’italiano Antonio Recalcati è sempre stato attratto dalla realtà quotidiana, caricata di toni squallidi e di volgarità.

Il polittico di Eduardo Arroyo, Gilles Aillaud e Antonio Recalcati

I tre artisti completarono il polittico nel 1965 e all’epoca suscitò un vero e proprio scandalo nella vita intellettuale di Parigi, dove fu esposto per la prima volta, tanto che molti artisti arrivarono a firmare una dichiarazione contro i tre autori dell’opera. Questo perché Marcel Duchamp era già entrato nella storia dell’arte ed era di conseguenza una figura quasi intoccabile.  Il polittico è considerato un vero e proprio manifesto nel dichiarare apertamente le intenzioni pittoriche dei suoi autori. L’opera infatti difende il valore del lavoro di gruppo, in contrasto con l’individualismo, che era la tendenza dominante in quel periodo.

Gli artisti rivelarono anche la loro intenzione di realizzare un’alternativa. Espressero un rifiuto verso i movimenti artistici chiamati d’avanguardia che tra le due guerre rivoluzionarono completamente il modo di fare arte. Tutto ciò li ha spinti a descrivere la finta morte di Marcel Duchamp, che all’epoca era ancora vivo e vegeto, inteso come il simbolo per eccellenza dei valori che i tre artisti volevano seppellire per sempre.

Se osserviamo quindi l’opera da sinistra a destra vediamo rivelarsi davanti a noi una vera e propria storia. Una sequenza narrativa intervallata da pannelli che rappresentano le opere simbolo di Duchamp. Nel primo riquadro infatti vediamo il Nudo che scende le scale, nel quarto Fontana e nel sesto Il Grande Vetro. Negli altri pannelli invece assistiamo all’assassinio dell’artista in una serie di scene da thriller che terminano con i funerali nell’ultimo pannello di destra. Forse con quest’opera i tre artisti vollero molto semplicemente farci capire che nell’arte tutto può essere messo in discussione. Anche un mito come Marcel Duchamp.

Scopri di più …

Questo post fa parte della rubrica #lopotevofareanchio, in cui se vuoi puoi esplorare l’arte contemporanea!
➡ Pop art per Taschen http://amzn.to/2BzjSpd
➡ Pop art per Laterza http://amzn.to/2BBbN3y

C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here